La Tanzania alla vigilia del voto più difficile

Il partito al potere da cinquanta anni e le opposizioni si fronteggiano per le elezioni generali scongiurando scontri e violenze.

“Siamo seri. Facciamo sul serio. Questa volta siamo pronti a prenderci  i nostri voti a qualunque costo”. Cosí Junior, giovanissimo attivista del CHADEMA (Chama Cha Demokrasia na Maendeleo), uno dei partiti all’opposizione, spiega quello che sta succedendo in Tanzania a pochi giorni dalle elezioni.

La sua denuncia è quella di tanti giovani stanchi del CCM (Chama Cha Mapinduzi), il partito di governo che controlla la Tanzania dall’indipendenza nel 1961. Mai come questa volta dall’istitituzione del multipartitismo nel 1992 le elezioni politiche generali, che si terranno domenica  31 ottobre, si presentano cosí cariche di tensione. Le opposizioni non hanno alcuna intenzione di lasciarsi rubare la vittoria e sono pronte a contestare ogni tentativo di broglio elettorale dell’attuale governo.

E anche se Willbrod Slaa, il candito presidenziale del CHADEMA, in un’intervista televisiva distende i toni di una difficile campagna elettorale dichiarando che “la pace è  più importante della vittoria delle elezioni ed è necessario salvaguardare i giovani da ogni forma di violenza” non retrocede di un passo, convinto della storica vittoria.

La sua popolarità sembra salire di giorno in giorno. In un sondaggio effettuato  di recente, curato da un esperto di economia dell’Università di Dar es Salaam per conto di una organizzazione non governativa (Tanzania Citizen Information Bureau) , il dottor Slaa sembra addirittura in vantaggio di quattro punti  sull’attuale presidente della Tanzania e candidato per il CCM Jakaya Kikwete.

Tuttavia il presidente uscente, che nel 2005 aveva vinto con il 70% dei consensi , non può tollerare alcuna forma di sconfitta. In una recente conferenza stampa l’esercito e le forze di polizia congiunte si sono implicitamente schierate a sostegno del l’attuale governo  dichiarandosi pronte ad intervenire con qualunque mezzo per assicurare lo svolgimento pacifico, ordinato e tranquillo delle elezioni generali di domenica.

Contro questo comunicato si è già espressa la missione osservatrice dell’Unione Europea  (EU-EOM) che si dice preoccupata per il fare intimidatorio delle dichiarazioni ma convinta dello svolgimento sereno e democratico del voto.

Eppure in molti si aspettano e scongiurano un’imminente ondata di violenza. “Non sappiamo ancora quello che succederà. Attendiamo gli avvenimenti. La Tanzania è un paese tranquillo, politicamente stabile. Ma nelle moschee e nelle chiese preghiamo da tempo affinchè le elezioni si svolgano in maniera pacifica.” Così si espromo  gli anziani seduti all’ombra dei grandi alberi di mango per le strade di Dar es Saalam, la capitale economica del paese.

In passato i disordini e gli scontri si sono manifestati in relazione ad un altro importante partito d’opposizone, il CUF (Civic United Front) storico raggruppamento legato alle rivendicazioni delle isole e molto forte nelle zone costiere e a maggior concetrazione musulmana.

Ma nelle elezioni del 2010 i problemi sembrano arrivare direttamente dalla terraferma. Da nord  a sud, dietro un’adesione formale al presidente si nasconde spesso una generale voglia di cambiamento.  E la crisi economica mondiale, che ha coinvolto anche la Tanzania  negli ultimi due anni, ha aggravato la situazione e la precarietà delle esistenze, rendendo più forte la rabbia della popolazione.

“ Siamo stanchi, vogliamo cambiare le cose. Quelli al potere rubano. Noi vogliamo uguale sviluppo per tutti.” Così si esprime un giovane pittore trentenne di Mtwara, l’ultima grande città al confine con il Mozambico, mentre dipinge le bandiere del CUF.

Ma in gioco c’è molto di più dello sviluppo e dell’alternanza democratica. Il conflitto politico è anche una lotta per il controllo delle risorse dello stato. La Tanzania oltre ad essere un paese fortemente improntato al turismo è anche ricchissimo dal punta di vista minerario.

E’ il terzo paese africano più importante  per l’esportazione d’ oro. Possiede importanti miniere di diamanti nelle vicinanze del lago Vittoria. È l’unico paese al mondo in cui è possibile trovare la preziosa tanzanite, una pietra usata nell’industria dei gioielli. Ed è recente la notizia della scoperta di depositi di uranio nelle vicinanze del lago Malawi. Si tratta insomma di un territorio appetibile agli occhi di molti investitori internazionali. Non solo.

La posizione strategica rispetto alla regione dei grandi laghi non è sfuggita a Bush che nel 2008 ha siglato un accordo per la costruzione di una base militare sull’oceano indiano nelle vicinanze di Dar es Salaam.

E così, mentre la foto di un sorridente Kikwete nei colori ufficiali del partito, verde e oro, campeggia ovunque per le strade del paese, la gente per le strade si lamenta dei soldi spesi per la campagna elettorale: “con quei soldi il governo avrebbe potuto costruire ospedali e scuole in ogni distretto”.

Testo e foto di Elisabetta Campagnola

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