I “Servi” di Rovelli raccontano l’Italia sommersa

di Marco Todarello

Piange Mohamed Ba, mentre immagina il viaggio che milioni di suoi connazionali hanno fatto senza toccare mai terra. Piange, lui che per razzismo ha rischiato di morire poco più di un anno fa, quando fu accoltellato in viale Espinasse, a Milano, da un giovane italiano dalla testa rasata.

Oggi Ba, senegalese d’origine e milanese d’adozione, riparte da quella brutta avventura dal palco della Teatro della Cooperativa, per dare voce a tutti gli invisibili che vivono e lavorano in questa città. Insieme all’autore Marco Rovelli, è lui il protagonista di “Servi”, un viaggio attraverso le vite di alcuni immigrati incontrati qua e là per lo stivale. Seguendo il copione del libro che lo stesso Rovelli ha pubblicato per Feltrinelli, il regista Renato Sarti mette in scena un’insieme di storie autentiche, vissuti di un’altra Italia che di solito restano fuori dalle cronache ‘mordi e fuggi’ a cui ci ha abituato l’informazione di massa.

Cosa pensano gli immigrati? Degli italiani, del lavoro che fanno, del loro futuro e del loro passato? Quali sono i loro sogni? Qual è il prezzo che sono disposti a pagare per conquistare l’integrazione? A queste e ad altre domande lo scrittore/musicista toscano prova a rispondere con la forma del teatro-canzone. Imbraccia la chitarra e canta brani che fanno da sfondo alle testimonianze dei migranti, musiche che a tratti fanno pensare a De André, a tratti rimandano alla tradizione folk, ma soprattutto danno respiro a uno spettacolo che altrimenti risulterebbe troppo duro sul piano emotivo. Lo accompagnano Davide Giromini alla fisarmonica (emozionante l’assolo che fa da prologo allo spettacolo), e Lara Vecoli al violoncello.

Mohamed Ba prende le forme ora del muratore egiziano (lavoratore in nero e poi morto per una caduta da un ponteggio), ora dello spacciatore tunisino (“ci ho provato, ma proprio non riesco a trovare un lavoro onesto… e poi i nostri primi clienti siete voi italiani, no?”), e infine recita sé stesso, quando ripercorre i drammatici momenti dell’aggressione razzista subita in città, e dalla quale si salvò per miracolo. Un aggressione rimasta senza responsabili, perché Ba fu soccorso con un’ora di ritardo e riuscì a sporgere denuncia solo una volta uscito dall’ospedale.

Rovelli è ottimo nelle interpretazioni musicali, ma è parso un po’ in difficoltà nelle parti recitate, nelle quali paga lo scotto dell’inesperienza. Un attore professionista sarebbe stato più efficace nelle modulazioni dei toni, nel ritmo da dare al testo, ma crediamo che una vecchia volpe del mestiere come Renato Sarti non abbia voluto strappare l’opera all’anima del suo creatore, anche perché era necessario che fosse lo stesso protagonista del “viaggio nell’Italia sommersa” a raccontarlo. Alcuni episodi sembrano un po’ forzati (come quello dell’immigrato che si lamenta perché non ha tempo per leggere), ma nel complesso lo spettacolo è una bella prova di teatro civile. Ciò di cui ha sempre più bisogno l’Italia di oggi.

Teatro della Cooperativa (www.teatrodellacooperativa.it)
via Hermada 8
spettacolo ore 20.45 (domenica ore 16)
euro 12/15
fino al 14 marzo

Fonte: milano.xcitta.it

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