Intervista a Robert Guei della FAO

Secondo lei come può questo forum essere d’aiuto al dibattito sulle relazioni Africa-Europa?
Questa è la prima volta che partecipo a questo forum e penso che sia molto interessante per la qualità del dibattito. Questa mattina abbiamo parlato d’immigrazione e i dati che sono stati presentati erano molto interessanti. Io stesso non ne ero a conoscenza.

Ciò che ho imparato è che ogni tanto abbiamo paura dell’immigrazione ma quando vengono mostrati i dati si capisce che non è così allarmante. Il problema è l’immigrazione illegale e le persone che muoiono nei mari. Penso che si debbano prendere delle misure a livello europeo e anche africano per affrontare questi problemi.

Per quanto riguarda la mia presentazione, penso che ci sia spazio per una collaborazione tra Europa e Africa in agricoltura. Lo sviluppo dell’agricoltura non è un tema in Europa perché sono state messe in campo tante iniziative, avete tecnologie, know-how, buone pratiche, collegamenti ai mercati, crediti, e credo che siano tutte queste cose che devono essere adattate al contesto africano. Bisogna vedere come le migliori tecnologie europee possano essere adattate alle tecnologie rurali in Africa o come si possano trasferire le migliori politiche europee in Africa.

Forse l’Africa può imparare dagli errori dell’Europa?
Sì sì. Ci stanno provando. Dopo tutto questo tempo in cui sono state messe in piedi delle politiche agricole sono stati commessi degli sbagli e li si è corretti. Per questo penso che l’Africa si sivlupperà anche più velocemente perché sapranno già qual’è la migliore politica da scegliere senza passare dagli errori europei.

L’Africa tuttavia ha i propri settori, i propri problemi, il proprio ambiente, i propri popoli, le proprie culture, quindi c’è bisogno di adattamento, addattarle ai popoli, alla situazione sul terreno, ai mercati, ai bisogni dei popoli e al livello di sviluppo economico. Quindi dobbiamo essere pazienti.

Una cosa che posso dire e che auguro è lo sviluppo delle capacità delle persone, il capacity building, i training, i trasferimenti di tecnologie. Queste cose dovrebbero essere la spina dorsale di questa collaborazione. Perché se le persone non sono scolarizzate, non sono informate, se la conoscenza non è adeguata, se non hanno la capacità di decidere, e formulare dei giudizi, qualsiasi cosa faremo non funzionerà. Secondo me questo è molto molto importante.

Quali sono, secondo lei, gli errori dell’Europa in agricoltura e in generale sui problemi dello sviluppo?
Anche se lavoro per la FAO non lavoro in particolare sull’Europa perché l’Europa in questo momento non ha bisogno dell’esperienza della FAO in questo settore. Il mio lavoro si concentra in Africa, Asia, ecc. Perciò sarebbe sbagliato per me rispondere semplicemente perché non lo so.

Durante il dibattito lei ha parlato delle migrazioni. Africanews ha coperto gli scontri e le vicende degli africani in Calabria, non lontano da Taormina, che lavorano nei campi. Uno di loro si è anche suicidato per le condizioni di vita. Quei cittadini africani hanno chiesto ai loro governi di fare qualcosa. Secondo lei cosa possono fare i governi africani per questa situazione dei loro connazionali all’estero?
Penso che la migliore cosa da fare per qualsiasi governo sia di migliorare le condizioni della popolazione nel luogo in cui vive. La prima scheda della mia presentazione era intitolata “Perché le persone migrano?”. Ci sono tante ragioni: guerre, il clima, ragioni politiche, alcune persone hanno certe opinioni e per questo non gli è possibile vivere in un posto quindi emigrano, e poi possono esserci ragioni economiche. Ci sono tanti motivi. La prima cosa che un governo dovrebbe fare è un mix di buona governance, che sia avviato subito lo sviluppo del paese. I giovani, che spesso emigrano, se hanno un buon lavoro non ci pensano neanche a emigrare. Queste sono le prime cose da fare.

La seconda cosa, a proposito di ciò che lei ha visto, quando le persone emigrano i governi non lo sanno neanche che se ne sono andati. Quindi quando succede qualcosa come quello che lei ha descritto, di cui non conosco i dettagli, allora i governi fanno “ah allora alcuni dei nostri stanno lì”. Di solito non sanno. Alcune ambasciate sono a conoscenza ma è difficile per loro fare qualcosa. Credo che, attraverso la presentazione che abbiamo visto, qualcuno abbia detto che i governi che ricevono questi migranti hanno il dovere di mettere in piedi delle misure per l’incolumità di queste persone. Penso che sia un problema dell’Unione Europea, dell’Italia, che devono cercare di risolvere questi problemi in modo umano, con spirito umanitario in modo che si evitino tutte queste cose che lei ha detto.

Interview with Mr Guei of FAO di afrikanews

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