Jean-Paul Pougala scrive al ministro Frattini

In una lettera aperta al ministro degli esteri italiano, Franco Frattini, lo scrittore e imprenditore camerunense, Jean-Paul Pougala, mette in discussione la visione dell’Africa e dei rapporti Italia-Africa del responsabile della Farnesina.

“Mi ha fatto sorridere – scrive Pougala il 10 ottobre – l’ingenuità del Suo rapporto su come aiutare l’Africa, consegnato a Obama durante il recente incontro del G8. Alla Sua ingenuità ha fatto riscontro il pragmatismo americano. Con grande realismo il Segretario di Stato Americano Hillary Clinton, ha prontamente deciso, di propria iniziativa, di triplicare gli sforzi americani dell’AGOA dopo aver constatato che non c’era più alcun grande cantiere in Africa che non fosse gestito dai cinesi”.

LETTERA APERTA AL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI FRANCO FRATTINI PER LA SUA VISIONE DISTORTA DELLA NUOVA AFRICA di Jean-Paul Pougala, scrittore.

Caro Ministro Franco Frattini

Decido finalmente di scriverLe questa lettera dopo aver constatato che il Suo approccio verso l’Africa è alquanto “datato” e corrisponde ad una realtà scomparsa da almeno un ventennio. Ho la soddisfazione di poter affermare con “cognizione di causa”: l’Africa non sta morendo come dice Lei.

Lei si è lanciato in una campagna di denigrazione e delegittimazione di quel continente contribuendo a danneggiare il capitale di immagine che è costato  tanti sforzi, allo scopo di attrarre gli investitori internazionali e produrre nuova ricchezza nel continente, per mutare il sinistro destino che vent’anni fa sembrava irreversibile. Lei invece, racconta in interviste ai giornali e alle televisioni, meeting ecc. che “con la crisi, l’Africa sta passando dalla povertà alla fame”.

E io Le chiedo, Ministro, di quale Secolo parla Lei?
Non voglio entrare nella polemica innescata dai giornali inglesi come “The Guardian” a proposito del fatto che l’Italia è il peggiore dei paesi del G8 poiché in ogni occasione  fa grandiose e pubbliche promesse per ipotetici aiuti all’Africa e poi mantiene appena il 3% di tali promesse. No, non lo faccio.

Ma voglio attirare la Sua attenzione su altri paesi che hanno avuto un atteggiamento più sincero con l’Africa e quindi più virtuoso. Cito ad esempio il comune amico Americano. Con il Piano Agoa (African Growth opportunity act) votato dal Congresso statunitense nove anni fa, è stato possibile fare uscire l’Africa dall’angolino nel quale l’Europa l’aveva confinata riducendola a mera fornitrice di materie prime, ed oggi sono quasi 3.000 i prodotti manufatti in Africa che arrivano sul mercato americano senza dazi doganali. Questo ha finalmente e, per la prima volta, permesso di passare dalle solite chiacchiere a realizzazioni che incidono positivamente sulla vita di milioni di Africani.

Paesi come il Lesoto traggono oggi il 75% della ricchezza nazionale fornendo il mercato statunitense di tute da lavoro, guanti, prodotti artigianali o industriali ecc.. E mentre Lei annuncia un’Africa morente, è il governo americano che ci comunica attraverso il suo sito: www.agoa.gov le cifre di questi scambi, che vedono nel 2008, cioè in piena crisi economica, le importazioni americane dall’Africa nera raggiungere per la prima volta 86 miliardi di dollari, sotto la voce contabile di Agoa-import, cioè gli articoli manufatti destinati al consumo diretto in America, vale a dire senza ulteriore trasformazione sul suolo statunitense.  E dalla stessa fonte scopriamo che per le esportazioni americane verso l’Africa, un paese come il Benin, nel pieno della crisi, ha aumentato le sue importazioni dagli USA del 192%.

Mi ha fatto sorridere l’ingenuità del Suo rapporto su come aiutare l’Africa, consegnato a Obama durante il recente incontro del G8. Alla Sua ingenuità ha fatto riscontro il pragmatismo americano. Con grande realismo il Segretario di Stato Americano Hillary Clinton, ha prontamente deciso, di propria iniziativa, di triplicare gli sforzi americani dell’AGOA dopo aver constatato che non c’era più alcun grande cantiere in Africa che non fosse gestito dai cinesi. Siamo ora nel 2009, non nel 1909. In 100 anni, i primitivi sono diventati civilizzati come li volevate. Quelli che danzavano per invocare la pioggia hanno imparato a annaffiare le piante e a passare da uno o più raccolti all’anno.

Dopo l’America con il suo eccellente piano Agoa, è stata la volta della Cina un anno dopo che ha deciso di mettere gran parte dell’ingente surplus delle sue riserve monetarie in Dollari per risolvere il problema della miseria in Africa e dopo meno di 10 anni, l’aiuto cinese funziona cosi bene che il Presidente del Senegal Wade ha dichiarato recentemente che : “in meno di 10 anni di cooperazione con la Cina, l’Africa ha ottenuto 1000 volte più di quanto ha avuto in 400 anni di relazioni, di chiacchiere  e dolori con l’Europa.”

Nel Suo rapportino di consigli per l’Africa consegnato ad Obama, Lei indica anche la strada delle congregazioni religiose. Lei non crede che a noi bastino già i vari guru, sciamani, ciarlatani, terroristi religiosi e altri che in Africa fanno scoppiare guerre nel nome di Dio? Le faccio una domanda semplice, semplice: Cosa sarebbe diventata l’Europa se alla fine della seconda guerra mondiale, piuttosto che offrire il piano Marshall per creare nuova ricchezza in Europa, gli Stati-Uniti avessero deciso di mandare in missione in Europa i vari Testimoni di Geova, i Mormoni, la chiesa del Settimo giorno e quant’altro ??????????? Mi potrebbe dare Lei un solo esempio al mondo di una nazione sviluppata grazie alla religione o ai religiosi? Perfino l’Arabia Saudita non sarebbe quella che è senza il petrolio.

Il 23 settembre scorso L‘ho vista applaudire il discorso fiume del leader Libico all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, allorquando egli ha presentato il conto di 7 miliardi di Dollari che l’Africa chiede di risarcimento alle potenze coloniali europee. Ma Ministro, Lei cosa ha capito? Perché Lei ha applaudito? Perché ha detto che l’Italia aveva pagato il suo debito coloniale con la Libia? E a quando il debito coloniale con la Somalia? Con l’Etiopia? Con l’Eritrea??? Guardi che l’Italia si trova davanti a un pozzo senza fondo.

Lei non ha forse capito che si sta giocando una partita delle più dure tra l’Africa e l’Europa. Gheddafi non parlava come Presidente della Libia, ma come Presidente dell’Unione Africana e ribadiva solo il nuovo corso scontroso dei falchi del continente, con l’Africa contro l’Unione europea già annunciato durante il famoso incontro di Lisbona, quando per la prima volta gli Africani rifiutarono di firmare un accordo di cooperazione con l’Europa.  Gheddafi ha solo ufficializzato le richieste africane di risarcimento delle deportazioni di Africani da parte dei mercanti di schiavi europei che l’allora segretario dell’Unione Africana Konaré formulo’ a Lisbona, rifiutando di girare le dolorose pagine del passato coloniale europeo come lo proponeva lo Stato ospite.
Più il reddito aumenta in Africa e sempre più gli Africani odiano gli Europei ritenuti, a torto o a ragione, la causa prima della loro miseria passata e presente. E’ sufficiente che un dittatore come Mugabe, per nascondere le proprie incompetenze dopo 20-30 anni al potere, sferri insulti o attacchi contro l’Europa, che viene sostenuto all’unanimità da tutti gli altri dirigenti del continente. Diventa un eroe solo per aver manifestato il suo odio contro l’Europa.
Nel mese di Febbraio scorso, questo odio ha valicato un altro limite con l’incredibile messa in scena della diretta televisiva organizzata dallo psicopatico dittatore della Guinea, il colonnello  Camara, a corto d’idee per sviluppare il paese e per camuffare la sua evidente incompetenza, invitare al palazzo presidenziale l’Ambasciatore della Germania e Rappresentante locale dell’Unione Europea, e umiliarlo con insulti e parole che potevano uscire solo dalla bocca di una persona in procinto di ricevere la camicia di forza. Mi sono sentito nell’obbligo di scrivere una lettera all’Ambasciatore per chiedere scusa al nome di tutti gli Africani di quei 30 minuti più difficili della sua vita. E cosa ha fatto l’Europa? Niente ! Nessuna protesta, perché in 27 e senza una politica europea comune, c’è sempre qualcuno pronto ad applaudire come ha fatto Lei in solidarietà per i poveri del mondo e fare il bastiancontrario sul rigore etico e morale da osservare in simili situazioni per qualche pozzo di materie prime. E come ci si poteva aspettare, due mesi fa, è lo stesso Camara ad inventare un’altra follia in diretta televisiva di cui solo lui ha il segreto, questa volta il malcapitato era  un Ucraino, direttore di una miniera, fatto inginocchiare durante lunghissimi minuti per punire il “Bianco” presunto rapace delle ricchezze dell’Africa. Scommetto Ministro Frattini che Lei avrebbe applaudito perché quel Bianco, non era un Italiano.

E’ capitato anche in Nigeria di vedere dei banditi diventare eroi nazionali fino ad essere eletti Governatori federali solo per aver sequestrato qualche europeo su piattaforme  petrolifere.

Il Ruanda ha ricevuto la solidarietà e gli applausi di tutto il continente solo per aver invitato l’Ambasciatore Francese a lasciare subito il paese, episodio che la dice lunga sulla situazione di tensione che esiste tra i paesi Africani e l’Europa.

Si moltiplicano i paesi che votano leggi per vietare l’’esportazione delle materie prime come il fosfato in Senegal, dichiarando pubblicamente di voler attrarre investitori esteri per creare ricchezza e posti di lavoro.

L’Africa si è cosi affidata alla Cina con il recondito obiettivo di tagliare gli approvvigionamenti di materie prime africane alle industrie europee. La Cina sfrutta quindi le avversioni interiori degli Africani ed investe capitali in tutto il continente per costituire avamposti cinesi su tutto il territorio africano e così condizionare l’Unione europea. E’ un Menage a tre. E come in qualunque Menage, ad avere la peggio è sempre il terzo incomodo. Questa volta l’incomodo nel nuovo matrimonio Cina – Africa è proprio l’Unione Europea. Non capirlo per un politico come Lei, è una grave colpa.

Perciò la Cina sostiene la coltivazione della palma da olio in un milione di ettari di foresta in Camerun, costruisce 3.500 km di strade asfaltate in Congo e così via.

Sono quindi, sorpreso che Lei, Ministro degli Affari esteri del mio Paese, l’Italia, si sia ridotto ad applaudire a New York un discorso che rivendica un regolamento dei conti tra l’Africa e Europa e non abbia proposto, in positivo, una Conferenza internazionale di definitiva riconciliazione tra l’Africa e l’Unione europea diretta a costruire un futuro di comprensione, ristabilita giustizia e cooperazione tra i due Continenti.

Non si può assistere passivamente che le spinte fascistoide di razzismo contro i bianchi s’installino nella mente degli Africani brandendo continuamente le propagande del passato di una Africa morente che aspetta il Bianco Buono. L’Africa si sta sviluppando molto in fretta e con questa purtroppo anche le idee di un falso nazionalismo contro i Bianchi. Continuare come fa Lei, Ministro Frattini  ad insultare l’Africa non è altro che l’olio che lei versa sul fuoco già acceso da questi falchi in tutta Africa perché utilizzato come prova del sadismo e del presunto complotto dei Bianchi Europei contro i Neri d’Africa.

Quanti giornali in Africa hanno parlato della sua miopia a vedere la crisi in Italia e la sua presbiopia per mettere bene a fuoco e inquadrare tutta la crisi al di là del Mediterraneo, in Africa evidenziando tutti, il suo sadismo per i dolori del continente, mettendo a confronto la negazione della crisi economica da parte del presidente del Consiglio di un governo di cui Lei fa parte e il suo finto buonismo per puntare il dito anche questa volta sul solito sospetto e condannato per tutti i mali: l’Africa ! Solo che questa volta, Lei sta contribuendo a fare lo sporco gioco di qualche incompetente falco laggiù.   Altri giornali hanno messo in risalto la perfetta comunione d’idee tra l’estremismo del suo Governo e della destra che vince in tutta Europa contro gli Africani che vivono in Italia o in Europa e l’estremismo di questi falchi Presidenti africani contro gli Europei che vivono in Africa.

In un caso o nell’altro, non è un bello spettacolo per uno come me che milita da 23 anni nel Movimento Federalista Europeo (www.mfe.it) creato nel 1943 da Altiero Spinelli con il preciso scopo di lottare per la creazione di un ordine politico razionale e non emotivo, abbracciando l’intera umanità. Per Spinelli dovevamo federare l’Europa non contro qualcuno, ma come tappa intermedia per riuscire all’unificazione federale di  tutte le famiglie del genere umano. E Lei Ministro Frattini ha un dovere storico di sfruttare la posizione geografica dell’Italia, come punto di riferimento di un incontro e del dialogo mai esistito tra Africa e l’Europa a cominciare da una Conferenza di riconciliazione sincera per evitare che le ombre del passato continuino ad essere un pretesto di divisione dei due popoli. Per fare ciò Lei deve già entrare in una nuova logica di pensiero critico per guardare l’Africa per quella che è diventata e non per quella che fu o che Lei s’immagina che essa sia.

Con l’occasione Le porgo i miei sinceri saluti federalisti.

10/10/2009

Jean – Paul Pougala