Vittoria Lazio basket è prima risposta a razzismo

La prima risposta al razzismo nello sport arriva dalla vittoria della Lazio basket e dal suo progetto Colors

Roma, 11 aprile 2011. Una bella lettera del presidente della S.S. Lazio Basket, Simone Santi, scritta ad Abiola Wabara, per dedicarle la vittoria con cui la prima squadra si è aggiudicata il campionato di serie D regionale con un turno d’anticipo, conquistando la seconda promozione in tre anni, ad appena quattro anni di distanza da quando la Lazio Basket è stata rimessa in piedi.

È questa la prima risposta “sul campo” di quel basket che ha da sempre fatto dell’attenzione ai valori ed ai modelli comportamentali e della correttezza e sportività delle tifoserie una delle proprie caratteristiche.

“Una vittoria che meriterebbe molti ringraziamenti e molte dediche” afferma Santi, “in primis a mio nonno Sante Santi, che negli anni 60 allenò la Lazio e che ha trasmesso alla mia famiglia la passione per il basket, poi a Claudio Toti, presidente della Virtus, che ha creduto in un progetto che ha superato le rivalità cittadine.

Ma oggi vogliamo soprattutto applaudire Abiola Wabara, giocatrice della Geas e della nazionale italiana, recentemente vittima di insulti inqualificabili, e tutti quelli che grazie allo sport combattono e superano l’ignoranza e le discriminazioni”.

Il superamento dei contrasti è un aspetto cruciale di “Perché no?” (questo il nome dell’accordo tra SS. Lazio Basket e Virtus Roma), esempio di collaborazione fra una grande società come la Virtus ed una società in crescita come la Lazio, che si propone di valorizzare gli aspetti comportamentali e non solo agonistici di atleti e tecnici coinvolti nel progetto, e consente agli atleti under 19 tesserati con i colori giallorossi di partecipare con la maglia della Lazio al campionato di serie D regionale, che ora li ha visti trionfare.

Il risultato sportivo si affianca e valorizza l’impegno sociale della Lazio Basket, che focalizza le sue attività in progetti a favore di giovani di aree svantaggiate. In particolare, il progetto “Colors” ha portato all’identificazione di alcune zone ad alto rischio di emarginazione e alla creazione di centri di avviamento gratuito alla pallacanestro.

La prima zona per un progetto pilota è stata identificata in Corviale, nel XV Municipio, area di edilizia popolare ad alta concentrazione abitativa, con ampia presenza di immigrati extra comunitari.

Al primo centro sono seguite altre zone nelle periferie della città di Roma e successivamente nella regione. Ad oggi i 12 centri coinvolgono centinaia di bambini dagli 8 ai 13 anni, di 27 nazionalità diverse.

Nell’anno 2009 il progetto è stato esteso anche in Mozambico, con l’apertura di un primo centro presso l’orfanotrofio di Zimpeto (periferia della capitale Maputo), che vede oggi coinvolti circa 150 bambini e bambine.

E proprio questa settimana è ripreso anche il campionato federale under 14 in Mozambico, che l’anno scorso ha visto protagoniste le giovani giocatrici della Associação Desportiva Lazio Basket Maputo, che partendo dall’esperienza nell’orfanotrofio sono riuscite a raggiungere i playoff. Il torneo –che si concluderà il 10 dicembre 2011- vede iscritte le migliori 12 squadre giovanili del Mozambico, Paese che vanta una storica tradizione nel basket femminile.

 

Fonte: COMUNICATO STAMPA

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