Tanzania: omicidi di albini, un blogger racconta

Il presidente Kikwete annuncia misure severe contro chi uccide e mutila un albino, una tradizione che solo quest’anno ha già fatto 26 morti.

Ma poche ore dopo viene trovato il cadavere dell’ennesima vittima.

un albino in Malawi (foto Silvia Cravotta)

Potrebbe essere la fantomatica goccia che fa traboccare il vaso.

Sono passate infatti solo poche ore tra l’annuncio del governo della Tanzania di misure più severe contro chi uccide e vende parti del corpo di albini e il ritrovamento del cadavere mutilato di una bambina di 10 anni dalla pelle chiara. Ora toccherà al presidente Jakaya Kikwete prendere posizione dopo l’ennesima vittima di questa assurda superstizione.

L’albinismo, cioè la mancanza di pigmentazione nella pelle e nei capelli delle persone che ne sono affette, rende chi ne soffre un diverso agli occhi della gente comune, soprattutto in una terra come l’Africa.

Gli albini hanno infatti pelle e capelli bianchissimi, spesso anche gli occhi, e soffrono l’esposizione al sole.

Questo ha alimentato la credenza che possedere una parte del loro corpo, in particolare i genitali, porti ricchezza a chi li possiede.

“La gente dovrebbe essere educata a comprendere – ha detto il presidente Kikwete – che solo con il lavoro duro possono avere fortuna e ricchezza nella vita, non certo vendendo albini”.

Ma gli omicidi di albini, riferisce http://blogs.bet.com, restano un problema nel Paese dell’Africa orientale.

Sono già ventisei le vittime quest’anno, soprattutto donne e bambini su una popolazione di circa 150 mila persone. Spesso si ricorre alla profanazione delle tombe per avere un brandello di carne albina da utilizzare durante un rituale.

Interessante al riguardo la testimonianza di http://bentoafrica.blogspot.com, il blog che raccoglie le esperienze di un insegnante di matematica e inglese che dal 2007 vive nel sud della Tanzania. Il professor Ben racconta che un giorno gli venne detto che uno dei suoi studenti era morto il giorno prima. Nessuno gliene aveva parlato ma questo non lo aveva stupito del tutto perché, scrive, “la morte è un evento che accade abbastanza spesso qui ed è affrontato dalla comunità in maniera meno melodrammatica che negli Stati Uniti”.

Il giorno dopo però scoprì che nessuno era morto nella sua scuola ma che erano state sospese le ricerche di un bambino albino di 7 anni della scuola pubblica, rapito ormai da diverso tempo. Il perché era chiaro a tutti. “Sì gli stregoni esistono qui” spiega il professore americano “e le parti ‘speciali’ del corpo di un albino vengono offerte a chi abbia abbastanza denaro per cercare di diventare ricco. Il mito esiste, bevi una pozione di albino e ti arricchirai”.

Tutto questo, spiega Ben, resta avvolto nel mistero perché avviene dietro porte chiuse. E ci sono poche chance che un giorno lui si possa trovare dietro queste porte per raccontare quanto avviene.

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