Sudan: nuovi dubbi sulle prossime elezioni

di Katy Fentress,
Freelance journalist

Il partito politico National Coalition Party (NCP) del Sudan non permetterà che il paese si disintegri sotto i suoi occhi, ha annunciato lunedì scorso Dan Eiffe, un consulente del UNDP che lavora presso il governo del Sud Sudan, parlando dal suo ufficio di Nairobi.
A meno di tre settimane dall’inizio, vi sono ancora forti dubbi sul regolare svolgimento delle elezioni nazionali libere, le prime dal 1989, quando il presidente Omar al-Bashir è salito al potere con un colpo di stato.

Le elezioni, che avrebbero dovuto prender luogo nel 2008, sono state già rimandate infinite volte.

In piu, nel sud del paese ci sono stati di recente diversi problemi, con le Nazioni Unite che addirittura suggeriscono di posticipare le elezioni di un paio di settimane, a causa delle difficoltà nel consegnare le schede elettorali in alcuni stati inaccessibili del Sud Sudan.

Secondo Eiffe, che ha lavorato nel paese per più di venti anni, l’NCP preferirebbe essere cacciato via dal governo, piuttosto che cedere potere agli antichissimi rivali del sud.

Eiffe ha anche suggerito che se scoppiassero altri incidenti di violenza nel già martoriato confine che divide il nord e il sud del paese, le probabilità di un ritorno alla guerra non sarebbero poche.

Per di più, ha aggiunto, il governo non permetterà mai a Yasir Amin, candidato alla presidenza per il Movimento di liberazione del popolo musulmano del Sudan (SPLM), di conquistare i principali ruoli all’interno del governo.

Queste dichiarazioni si contrappongono alle frasi del presidente Bashir, che durante un discorso pronunciato a febbraio ha affermato che sebbene l’unità fosse l’obiettivo per cui lavorava avrebbe rispettato i desideri dei meridionali: “Se i nostri fratelli nel sud… decidono per l’indipendenza, noi saremo i loro vicini più prossimi e… staremo al loro fianco”.

Bashir tuttavia, che nel 2009 è stato incriminato dalla Corte Penale Internazionale (ICC) con l’accusa di crimini di guerra e crimini contro l’umanità in Darfur, in passato aveva già rilasciato simili dichiarazioni, fallendo successivamente nel tradurle in azione.

Eiffe non è l’unico ad essere preoccupato per le prossime elezioni.

Secondo Richard Cornwell, un esperto dell’Institute of Security Studies in Sudafrica, c’è da aspettarsi alcune forme di manovre sul voto sia da parte del NCP che dal SPLM, tuttavia queste manovre non dovrebbero essere tante da far sfuggire di mano la situazione.

Già durante le fasi di registrazione prima del voto ci sono state denunce sia da parte dei partiti d’opposizione che da parte degli osservatori internazionali su presunti casi di scambio di voti e anomalie nelle procedure.

Per di più nel Sud Sudan, che ha uno dei tassi di analfabetizzazione più alti del mondo, ai votanti verranno consegnate 12 schede da compilare, mentre i cittadini del nord, dove il livello di alfabetizzazione è molto più alto, ne compileranno solo 8.

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