Sudan non era pronto per le elezioni – Motlanthe

Il vicepresidente del Sudafrica, Kgalema Motlanthe, ha condannato il rapimento di quattro soldati sudafricani in Sudan, aggiungendo che l’instabilità del paese è molto preoccupante.

Motlanthe, in visita in Tunisia, ha anche detto che le elezioni della scorsa settimana in Sudan hanno avuto luogo in un momento “inopportuno” e che le condizioni nel territorio non erano ideali.

I quattro soldati sudafricani, due uomini e due donne, sono stati catturati domenica scorsa mentre tornavano al quartier generale di Nyala, la capitale del Darfur meridionale. Il Sudafrica ha 165 ufficiali di polizia e circa 800 soldati in Sudan che lavorano per la missione congiunta ONU/Unione Africana.

Motlanthe ha detto che è prioritario che i soldati ritornino sani e salvi. “Il rapimento dei soldati è  increscioso e speriamo che non succeda loro nulla di grave,” ha detto Motlanthe.

Le prime elezioni in Sudan dopo 23 anni sono state danneggiate dal ritiro dell’opposizione formata dal Movimento sudanese per la liberazione del popolo (Sudanese People’s Liberation Movement) e da altri piccoli partiti, che hanno denunciato violazioni del partito di governo, il National Congress Party. Motlanthe ha detto che un Sudan instabile – il paese più grande del continente – ha implicazioni per molti altri paesi africani.

“E’ un grosso problema. Il Sudan confina con 10 stati africani perciò … se implode… destabilizza molti altri stati africani. Per questo è nostro interesse lavorare per la pace e la stabilità in Sudan”

“Un certo numero di… partiti si sono ritirati dalla competizione elettorale. Questo crea dei problemi perché i risultati delle elezioni potrebbero non essere accettati da tutti visto che avevano delle preoccupazioni su alcuni aspetti dei preparativi. Le condizioni non sono ideali” ha detto.

“Queste elezioni non potevano capitare in un momento più inopportuno”. Motlanthe ha aggiunto che l’ex presidente Thabo Mbeki aveva partecipato al processo di pace in Sudan ed aveva monitorato le elezioni.

“Si sarebbe dovuto prendere tempo affinché il processo di pace mettesse radici più solide, così come l’enorme questione dell’accordo di pace col sud del Sudan doveva essere risolta. A quel punto l’intero paese, tutto insieme, sarebbe andato a votare in condizioni migliori”, ha aggiunto.

I votanti, alcuni dei quali partecipavano per la prima volta, dovevano gestire 12 schede. Qualcosa d’impossibile per alcuni, soprattutto se sprovvisti d’istruzioni per votare, ha detto Motlanthe. Relazioni migliori con i paesi più stabili del nordafrica, come la Tunisia, avrebbero facilitato gli sforzi per la pace nel continente e nel medio oriente.

“E’ molto importante che i paesi instabili siano circondati da una comunità invece di restare isolati. Credo che ci sia un maggior apprezzamento dei vantaggi di lavorare insieme per un miglior coordinamento tra le comunità economiche regionali. E’ per questo che la Tunisia è molto favorevole a siglare accordi con la comunità degli stati dell’Africa meridionale, SADC (the Southern African Development Community), e con l’Ecowas (the Economic Community of West African States),” ha detto.

Motlanthe ha anche aggiunto che la Tunisia potrebbe essere una “porta” verso l’Europa per le società sudafricane.

“La Tunisia è un paese molto importante nel continente… loro commerciano dal lato meridionale del Mediterraneo verso l’Europa. Per esempio, se una società sudafricana avesse difficoltà a penetrare il mercato europeo potrebbe riuscirci con una joint venture con una società tunisina. Loro sono già accettati dalla UE.”

Il primo ministro tunisino, Mohamed Ghannouchi, ha chiesto maggiori scambi commerciali tra i due paesi. “(Se noi) aumentassimo il volume degli scambi commerciali tra i nostri due paesi, potremmo guidare il continente nell’impostare la bilancia commerciale nelle nostre monete … non dobbiamo usare valute più forti. Questa è un’area in cui penso che possiamo essere di buon esempio grazie alla stabilità dei nostri paesi, loro non avrebbero alcun problema ad accettare la nostra moneta e noi non avremmo problemi ad accettare la loro.”

Il Sudafrica ha siglato circa 20 accordi con la Tunisia, per lo più riguardanti i settori: salute, arti e cultura, scienza e tecnologia.

Motlanthe ha anche chiesto più medici tunisini da trasferire negli ospedali rurali sudafricani, dove c’è una grave carenza di professionisti del settore medico. Attualmente sono circa 80 i dottori tunisini che lavorano in Sudafrica.

Fonte: www.sundayindependent.co.za

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