Scontri in Sud Sudan – Medici con l’Africa CUAMM

In Sud Sudan gli sfollati rischiano la fame

e tra i clan non cessano gli scontri

Gli operatori di Medici con l’Africa Cuamm impegnati sul campo descrivono una situazione che rimane molto tesa, per i frequenti scontri tra clan e per l’aumentare dei casi di malnutrizione severa

Padova 01/03/2016 – Rimane critica la situazione sanitaria per la popolazione del Sud Sudan, per gli sfollati nella contea di Mundri East e per le violenze tra clan nella contea di Cueibet, zone in cui Medici con l’Africa Cuamm lavora.

Fabio Manenti, responsabile del settore progetti di Medici con l’Africa Cuamm appena rientrato da una missione di valutazione nel paese, descrive una situazione molto difficile.

«Il vescovo protestante di Lui – la cittadina della contea di Mundri East dove Medici con l’Africa Cuamm è presente nell’omonimo ospedale – si è detto molto preoccupato dalla situazione a Mundri e a Lui. Non ci sono aiuti, la gente ha paura e manca il cibo. Solo il Cuamm è rimasto in questa zona – riferisce sempre Manenti – ma da solo non basta a far fronte alla crisi umanitaria. Intanto i nostri volontari continuano il loro lavoro, incontrando sempre più bambini con una prevalenza di malnutrizione severa da far rabbrividire».

Come spesso accade, un paese giovane, che da poco ha ottenuto l’indipendenza, alterna momenti relativa stabilità a momenti di tensione e di scontro. Scenario questo confermato dalle parole del nostro operatore Vito Sgro, pediatra di Roma, impegnato a Cueibet, nello Stato dei Laghi, unico presidio di un’area remota dove Medici con l’Africa Cuamm assicura quotidianamente le cure per le mamme e i bambini, oltre a garantire nell’emergenza, assistenza ai feriti.

«Ieri alle cinque del pomeriggio – racconta Vito Sgro – hanno cominciato ad arrivare di nuovo i gunshot, gli “sparati”. Prima uno, poi due, poi tre… insieme a loro la solita coorte di accompagnatori che forza gli striminziti cancelli di ferro del lungo braccio che ospita il reparto adulti. Tutti lì, implacabili, inarrestabili, che gridano e che vogliono entrare a tutti i costi. Il numero dei feriti aumenta. Chi le gambe, chi le braccia, il collo, il polmone, il viso. Sempre più difficile. Tutti che urlano, lo staff stanco e nervoso fatica a fronte a questa ennesima ondata di dolore e disperazione. Arrivo a contare diciotto feriti, incredulo. Ma mi sbaglio: in un angolo, spaventato e ammutolito, c’è il più giovane di tutti, appena nove anni con entrambe le gambe attraversate da un unico proiettile. Sono quindi diciannove in tutto, gli “sparati”».

La testimonianza è disponibile per intero su www.mediciconlafrica.org.

Il lavoro degli operatori di Medici con l’Africa Cuamm continua per aiutare la popolazione nel questo difficile processo di dialogo e ricostruzione.

Da settembre 2015, Medici con l’Africa Cuamm è impegnato, infatti, anche a portare assistenza sanitaria agli sfollati della guerra civile iniziata nel 2013, per la quale nelle ultime settimane si dovrebbe essere arrivati a una fragile pace tra il presidente Salva Kiir e l’ex vice presidente Riek Machar, ricostituito nella sua carica.

L’intervento del Cuamm riguarda le località di Lozoh e Witto, dove sono stati stimati circa 14.000 sfollati provenienti per lo più da Mideh, Buagyi, Lanyi e Lui, zone in cui sono state saccheggiate case, mercati e unità sanitarie. La loro presenza ha portato ad un aumento del numero di casi di malaria e di diarrea anche in considerazione delle condizioni igieniche sempre più precarie causate dal sovraffollamento.

Di fronte a questa grave crisi umanitaria, è stato pianificato un intervento rivolto sia alle comunità che alle unità sanitarie della contea. Dallo scorso ottobre un team composto da personale espatriato e da personale dell’ospedale di Lui, vaccinatori e operatori delle unità sanitarie locali, hanno realizzato delle campagne di cliniche mobili (outreaches) per portare agli sfollati beni di prima necessità e coinvolgerli in sedute di educazione sanitaria, vaccinazioni e screening dello stato nutrizionale, in particolare dei bambini.

Da ottobre a novembre sono state effettuate:

  • 475 vaccinazioni (soprattutto contro il morbillo);
  • 270 visite pediatriche e 557 visite ad adulti;
  • 549 screening nutrizionali.

Nonostante la situazione sia ancora instabile, Medici con l’Africa Cuamm riesce ora svolgere con regolarità le attività nel territorio e a distribuire materiale sanitario, zanzariere trattate e vaccini alle unità sanitarie in funzione e allo stesso ospedale di Lui. Segnali positivi si avvertono anche nella comunità: pian piano le persone rifugiate stanno rientrando nelle proprie case, anche per trascorrere la notte.

 

MEDICI CON L’AFRICA CUAMM

Nata nel 1950, Medici con l’Africa Cuamm è la prima Ong in campo sanitario riconosciuta in Italia e la più grande organizzazione italiana per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane. Realizza progetti a lungo termine in un’ottica di sviluppo, intervenendo con questo approccio, anche in situazioni di emergenza, per garantire servizi di qualità accessibili a tutti. In 65 anni di storia sono state 1.522 le persone inviate, 216 gli ospedali serviti, 41 i paesi d’intervento e 157 i programmi principali realizzati.

Oggi Medici con l’Africa Cuamm è impegnato in 7 paesi dell’Africa sub-Sahariana (Angola, Etiopia, Mozambico, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Uganda) con 168 operatori, 38 progetti di cooperazione principali e un centinaio di micro-realizzazioni di supporto; appoggia 17 ospedali, 26 distretti (per attività di sanità pubblica, assistenza materno-infantile, lotta all’Aids, tubercolosi e malaria, formazione), 5 scuole infermieri e 2 università.

 

Fonte: comunicato stampa

 

 

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