Rodolfo Graziani scrive a Obama, Sarkozy e Cameron

Lettera dall’ex Governatore della Libia, Maresciallo Rodolfo Graziani

ai 3 governatori in pectore Obama, Sarkozy e Cameron

(coadiuvati dal ministro Maroni, mio discendente)

Innanzitutto voglio complimentarmi con voi per il magnifico titolo che avete dato alla valente operazione, degna di un triumvirato quale il vostro: Alba dell’Odissea, un richiamo alle ardimentose gesta che ebbero come teatro il mediterraneo alcuni millenni addietro. E’ chiaro l’apporto di antropologi e letterati ben più capaci di destreggiarsi nel forgiare l’arma della parola. Non più pedestri concetti di rozzi soldati capaci di evocare “Shock and awe” o “Piombo fuso”, questa campagna esprime novella collaborazione tra la mente e la mano, il fuoco e la poesia.

L’afflato poetico eleva a dignità eroica quelle che da terra potrebbero sembrare ben miserevoli vicende umane: uomini e donne impegnati al fianco di Land Rover, lanciarazzi, carri armati e cammelli mentre nell’aire volteggiano i cacciabombardieri con il loro infuocato carico. Deh, l’alba suggerisce la visione di un nuovo giorno e odissea le tappe nello sviluppo dell’uomo che lo portano da essere abietto, soggiogato ai capricciosi voleri di un nefasto figlio del deserto, fisso in uno stadio di sviluppo arretrato, a uomo libero capace di progredire al passo con il resto del mondo.

Uomo che amministra con raziocinante giudizio la terra e le ricchezze che ella nasconde, assieme a figli di altre terre, rappresentanti del progresso, governati dall’invisibile mano del mercato e della finanza declinata in moderna veste globale e democratica. Figli venuti da lontano per sostenere una campagna umanitaria, a rischio della propria vita per evitare l’eccidio di popolazioni inermi che da tempo invocano il nostro aiuto.

La vostra campagna raduna in un’unica speme i figli del nuovo mondo e quelli del vecchio, a continuare la missione civilizzatrice del continente nero che un tempo mi vide protagonista, artefice di strategie riprese e interpretate in maniera diversa nel corso di decenni e nelle più svariate condizioni.

I campi nei quali ormai 8 decadi orsono concentrai intere popolazioni perché non cedessero al ricatto dei briganti del deserto capeggiati dall’inviso sceicco Omar al-Mukhtar solo dopo due lustri furono copiati dai fratelli germani e ben 4 decenni dopo dall’ex nemico americano in una terra lontana verdeggiante di foreste e di paludi chiamata Viet Nam.

Ribattezzarono la mia strategia con il fantasioso nome “strategic hamlet”, ma altro non erano che i miei campi che presto forse vedranno di nuovo la luce. Già si affannano i figli di Albione sotto la guida dell’algido Cameron a elaborare versioni urbane mobili del concetto al quale io stesso diedi materiale interpretazione.

Oggi a Londra lo chiamano “containment” e lo usano nelle strade per sedar i rivoltosi, marmaglia multicolore ai tagli avversa. Anche nel mondo nuovo non ne disdegnaron l’uso, sempre in interpretazione moderna, novello metodo per isolare la vile, agitata moltitudine dal mondo civile. Li usarono a New York nelle proteste contro la guerra in Iraq 8 anni fa proprio oggi e durante la convention repubblicana a Minneapolis quasi 3 anni orsono.

Talvolta come pargoli, voi componenti del triumvirato cedete alla lusinga del protagonismo sfidandovi , mettendo in mostra l’ingegnosità delle vostre armi a scapito della tecnica dell’altro. Sappiate che tali divisioni vi si possono ritorcer contro.

Sappiate che sapersi muovere allo stesso passo uniti come fasci di spighe di frumento è l’unica garanzia di forza. Quindi, quando, oh, discendente delle tribù d’Ungheria ora alla guida dei Franchi ti muovi d’anticipo e riconosci la Cirenaica nella speranza di ricavarvi vantaggi, specialmente in oro nero ora che il nucleare tentenna, indebolisci il biondo covone.

Quando ormai, mangiabaguettes avevate perso, o eravate vicini a perdere, diversi contratti di miliardi di euro (col Brasile compreso) perché non riuscivate a collaudare i vostri nuovi caccia Rafale, ecco spuntare l’occasione giusta. Ecco che la sorte prepara una “vetrina” efficace per i vostri aerei ferri prima che gli americani e gli svedesi vi insidiino i contratti con caccia più conosciuti dalle forze armate, soprattutto quelle americane.

Deh, la vostra prece è stata esaudita: i Rafale sono stati i primi a entrare in azione. Come primi fummo noi al mondo in Libia nel 1911 a usar l’ingegno quando l’ardimentoso tenente Gavotti ebbe l’idea di lanciare una granata dal suo velivolo inaugurando così la gloriosa stagione dei bombardamenti. Come dice un mio amico, la pubblicità è l’anima dell’affare ma attenti a non passare oltre la linea segnata dallo storico paladino della democrazia, è davanti a lui che vi dovete ancora inchinare.

E soprattutto non peccate di superbia verso il vostro fratello minore italiano, l’aiutante in campo. Rimembrate che un tempo fummo noi a domare le orde del deserto, l’appellativo “macellaio di Fezzan” fu tributato a me e non ad altra potenza. Fummo noi i primi a usare l’ingegnosa arma dei gas mortiferi su suolo africano. Fui io il governatore della Libia nonché viceré di Abissinia: l’Africa è ancora memore delle nostre gesta. Non è su di voi che famosi cantautori siciliani si dilettan a comporre canzoni con riferimento a governatori della Libia.

Potreste trovarvi a dover affidare nelle mani dei miei discendenti le trattative segrete con rais dei tempi che fur. Avezzi ai baciamano, usi a voltar la gabbana, esperti nelle congiure di palazzo, capacissimi nell’elaborazione di fantasiosi dispositivi di isolamento come campi di concentramento, i respingimenti e, in patria, i centri di identificazione ed espulsione, siamo in grado di sporcarci le mani in modi che a voi risultano ripugnanti e che eppur vi convengono. Non dimenticate! Potreste avere bisogno dei nostri servigi.

Rimembrate che la finestra dell’opportunità per un mondo unipolare si è ormai chiusa e che il vostro triumvirato è fronteggiato dai paesi del Bric e stavolta anche dalla Germania, non lasciatevi cullare dalla sicurezza della superiorità delle armi, il mondo è complesso e i popoli sono in rivolta, il vento del deserto potrebbe abbattersi spietato su di voi, se non subito, col passar del tempo. Il granello di sabbia potrebbe bloccare i vostri dispositivi. I leoni del deserto potrebbero riprendere a ruggire. La vostra Alba potrebbe trasformarsi in Tramonto.

Vostro schiavo

Graziani, Rodolfo, ex Governatore della Libia nonché Viceré dell’Abissinia

(Graziani, canalizzato da Pina Piccolo, 21 marzo, 2011, giornata della poesia)

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