Recensione: regista sbaglia e ‘Al-Fagoumy’ incassa

La parola “Al-Fagoumy” – il soprannome del poeta egiziano Ahmed Fouad Negm – è una combinazione linguistica di tre parole arabe che comunicano aggressività, caos creativo e il potere ispirato dalla gente e dalla poesia.

Il regista Essam al-Shamma’ decide di cambiare nel film il nome del poeta in Adham Fouad Nesr per ragioni non chiare. I nomi degli altri personaggi principali, come Sheikh Imam, Safinaz Kazem e Azza Balbaa, sono anch’essi cambiati in un tentativo naif di astrazione che si trasforma in ridicolo visto che il film non riesce nella contestualizzazione di simili cambiamenti.

Perciò “Al-Fagoumi” non diventa altro che il semplice uso commerciale dei diari del poeta. Abbiamo, così, caratteri blandi che non appartengono alla biografia del poeta e che non sono neanche ispirati dal suo vissuto. Per di più, alcuni personaggi influenti nella vita di Negm’ mantengono il loro nome, come il suo mentore, il caricaturista Hegazy.

E’ evidente che il regista non è riuscito ad afferrare il personaggio di Negm.

Un altro problema in “Al-Fagoumi” è l’assenza di un complotto. Il film descrive gli eventi più significativi nella vita del poeta bohemien senza alcun trasporto. Anche se la vita di Negm ha preso una strada illogica, le scene forzate – Nesr si trova in piedi sul bordo del Nilo e all’improvviso ricorda la sua infanzia in modo che il regista possa spiegare quel periodo – non sono giustificate.

Non fosse stato per il personaggio carismatico di Negm e dell’attuale spirito rivoluzionario, l’impianto sconnesso di “Al-Fagoumi” non avrebbe riscosso alcun interesse da parte del pubblico.

La canzone “Bashayer Yanayer” (January’s Glad Tidings) gioca un ruolo importante nello spostare l’attenzione dall’ingenua ipotesi del film, che diventa ovvia quando descrive gli islamisti. L’attacco del regista nei loro confronti fa eco all’attuale posizione nei confronti dei salafiti.

Ciò diventa evidente nella storia di Um Amal (Gehan Fadel), una proprietaria che diventa un cattivo esempio delle classi più povere. Negm si relaziona con lei sessualmente piuttosto che sul piano intellettuale e umano. Lei e sua figlia crollano di fronte a una corrente religiosa superficiale rappresentanta dai loro mariti salafiti, che sono stereotipati esattamente come le immagini pubblicizzate dai media di stato sotto il regime di Hosni Mubarak.

Nesr si scontrerà con questi due radicali nella seconda metà di “Al-Fagoumi”, il che fa pensare al pubblico che gli eventi siano successi dopo il 25 gennaio 2011.

In termini di performances, c’è un’incongruità tra i movimenti del corpo e le espressioni facciali nella recitazione di Khaled al-Sawy, che interpreta Nesr. Fadel, invece, è probabilmente la scelta peggiore per Um Amal. La sua pronuncia è troppo delicata per una donna sguaiata, il che rende tutta la sua performance non convincente. Per quanto riguarda Kenda Aloush, sembra sia stata selezionata per il successo del suo duetto con Sawy nella popolare serie TV Ramadan. Il suo personaggio, Mahitab, esce fuori blando e la maggior parte delle sue scene sembrano estratte da una rivista di gossip.

La parte peggiore di “Al-Fagoumi” è la sequenza finale. Il regista ha scelto la famosa poesia di Negm, “gennaio”, che scrive in prigione, come penultima scena. Mancando la vitalità richiesta per concludere un film, quanto meno presenta un climax accettabile. Tuttavia a quel punto siamo bloccati in una scena lunga, con Nesr che sembra molto più anziano, che canta le prime strofe di “Baheya,” rimanendo seduto con uno sfondo bianco. Tutto ciò confonde lo spettatore, forse sta a significare che è morto e che canta in onore dell’Egitto dal paradiso. Getta via qualsiasi sentimento la poesia possa aver ispirato, e il regista dimostra la sua capacità di commettere qualsiasi errore drammatico in un solo film.

 

 

Fonte: almasryalyoum.com

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