PLASEPRI, modello cooperazione italiana in Senegal

Il programma PLASEPRI appoggia il settore privato e valorizza la diaspora senegalese in Italia. Intervista a Mariarosa Stevan, ex-direttrice dell’Utl Dakar

Trasformare in forza collettiva la diaspora senegalese in Italia, una delle più numerose, per generare sviluppo sostenibile. E’ questo l’obiettivo di PLASEPRI il programma italiano di cooperazione bilaterale che opera nel paese dell’Africa sub-sahariana dal 2009. Giunto quasi al termine, previsto agli inizi del 2015, PLASEPRI, finanziato dalla Cooperazione Italiana, è una Piattaforma di Appoggio al Settore Privato e alla Valorizzazione della Diaspora Senegalese in Italia.

Una nuova imprenditoria multiculturale

PLASEPRI può essere considerato come modello di una nuova imprenditoria multiculturale, in cui si incontrano comunità locali, piccole e medie imprese, istituzioni di microfinanza, governo e cooperazione, innescando un circolo virtuoso che vede protagonisti integrazione, approccio sociale e rapporto di fiducia tra i partner.

Quella raccontata dai Fratelli Fasol e da Khadim Sall nella video-intervista è solo una delle storie di amicizia, di solidarietà ma anche di affari rese possibili grazie al programma, che in questi anni ha raggiunto numerosi risultati, nonostante alcune criticità tra cui la dispersione delle rimesse e l’accesso delle donne, come racconta Mariarosa Stevan, ex-direttrice dell’Utl Dakar.

Il “Senegal emergente”

L’esperta di Cooperazione allo Sviluppo, che negli ultimi due anni ha seguito il programma, spiega anche l’approccio della DGCS in questo “Senegal emergente”, da sempre un paese prioritario dell’Africa subsahariana.

La storia dei Fratelli Fasol e di Khadim Sall in Senegal, dove il programma PLASEPRI, finanziato dalla Cooperazione Italiana, appoggia il settore privato e valorizza la diaspora senegalese in Italia. Intervista a Mariarosa Stevan, ex-direttrice dell’Utl Dakar.

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Intervista e testi di Valeria Fornarelli
Riprese di Francesca Fiorito (Camera Uno) e Annamaria Gargani (Camera Due)
Montaggio di Francesca Fiorito

Fonte: esteri.it

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