“Perché l’Italia deve riaccendere i riflettori”

Bonino: “Perché l`Italia deve riaccendere i riflettori” (Avvenire)

Roma 29 Dicembre 2013
Avvenire
Emma Bonino

Gentile Direttore, è vero: l`Africa merita maggiore attenzione da parte nostra. In questi ultimi anni numerosi Paesi africani – mi riferisco in particolare all`Africa Sub-Sahariana così spesso ignorata – hanno attraversato una radicale trasformazione politica, sociale ed economica, con notevoli passi avanti nel consolidamento delle istituzioni e dello stato di diritto.

Una trasformazione che offre straordinarie opportunità per rafforzare i nostri rapporti con quell`area sotto ogni profilo: politico, economico, culturale.

Per questo, domani presenterò l`«Iniziativa Italia-Africa» con cui la Famesina intende riaccendere i riflettori sul continente africano e innescare una dinamica di costante attenzione che copra tutti gli ambiti di collaborazione- dalla politica alla fon nazione, dai diritti umani allo sviluppo sostenibile – in una cornice di raccordo unitario di tutti gli attori, pubblici e non, chiamati a rafforzare i rapporti.

Alcune iniziative concrete sono pronte.

Per dare il via sarò, dal 5 al 7 gennaio, in Ghana e in Senegal e, dal 13 gennaio, in Sierra Leone. Il vice ministro Pistelli, a fine gennaio, si recherà ad Addis Abeba per partecipare al Vertice dell`Unione Africana.

Come rilanciare la nostra politica africana?

Credo fortemente che diritti umani e libertà fondamentali – la cui tutela rimane la stella polare della politica estera italiana – siano alla base della sicurezza delle popolazioni e dello sviluppo economico e, di conseguenza, della stabilità d`intere regioni. Gli sviluppi nel campo dei rapporti sociali sono anche legati all`accresciuto ruolo delle donne africane: al riguardo ricordo che, anche grazie al contributo dell`Italia, il contrasto a pratiche disumane e obsolete, come le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni forzati, è oggi al centro di un`energica mobilitazione in seno all`Onu e agli stessi Paesi africani. Lo scacchiere africano fa registrare segnali promettenti anche sotto il profilo della stabilità e della sicurezza. Penso in particolare alla rinnovata speranza di pace nella Repubblica Democratica del Congo e agli sviluppi del processo di stabilizzazione della nuova Somalia federale, cui l`Italia ha fornito un importante contributo promuovendo l`incontro multilaterale a settembre a New York, a margine della riunione annuale dell`Assemblea generale delle Nazioni Unite, al quale ha partecipato il segretario generale Ban Ki-moon.

Anche le prospettive economiche dell`Africa sono promettenti e non dobbiamo commettere l`errore di sottovalutare le opportunità di scambi che offrono. Ben 7 delle 10 economie mondiali che cresceranno di più nel prossimo quinquennio sono situate nell`Africa Sub-Sahariana. Diversi Stati africani sono tra i massimi produttori d`idrocarburi e di altre risorse naturali. Ma sarebbe miope pensare che l`Africa sia solo questo, un mero per quanto immenso giacimento di risorse: la sua duratura e sostenibile prosperità potrà e dovrà anche e soprattutto fondarsi sul coraggio – dei Governi africani e nostro – di scommettere sulla creatività e sulla capacità di innovazione della sua giovanissima e dinamica popolazione.

A questi sviluppi positivi fa purtroppo da contraltare il persistere di drammatiche situazioni di degrado economico, sociale e di sicurezza. Tragedie come quella di Lampedusa impongono all`Italia ed all`Europa di rafforzare il proprio impegno per l`Africa e ci ricordano come situazioni, eventi, tragedie in scacchieri solo in apparenza lontani ci toccano in realtà molto da vicino.

Per questo motivo l`Italia è in prima linea per rafforzare stabilità e sicurezza nel Sahel e per sostenere l`Unione Africana e le Organizzazioni regionali africane. Il. Ministero degli Esteri ha inserito 10 Stati dell`Africa Sub-Sahariana fra i 24 Paesi prioritari per le nostre politiche di cooperazione allo sviluppo. Per la stessa ragione anche le recenti, tragiche crisi in Sud Sudan e Repubblica Centroafricana sono al centro della nostra attenzione.

La Farnesina segue da vicino gli sviluppi sul terreno in quei due Paesi e non intendiamo certo far venir meno il nostro sostegno alle loro popolazioni nel momento in cui hanno più bisogno di noi: la Cooperazione italiana opera da anni in Sud Sudan, mentre in Rca abbiamo prontamente previsto un contributo d`emergenza tramite la Fao per garantire la sicurezza alimentare degli sfollati.

Siamo fra gli attori internazionali più impegnati nella lotta alla pirateria che, oltre a rappresentare una minaccia alla libera navigazione, destabilizza gravemente le economie e la sicurezza dei Paesi costieri: in tale cornice forniamo personale qualificato ed unità navali alle missioni antipirateria Nato “Ocean Shield” e Ue “Atalanta” e “Eucap-Nestor” per il controllo delle acque al largo del Corno d`Africa e dell`Oceano Indiano occidentale.

Da questo quadro emerge l`esigenza che l`Italia si adatti celermente agli epocali mutamenti di cui ho fatto un sintetico quadro e modifichi il proprio approccio di politica estera nei confronti dell`Africa. Attenzione e presenza costanti e non più azioni “mordi e fuggi”; stretto raccordo fra Organi pubblici e sinergia con il privato e non più avanzate in ordine sparso; strategie che tengano conto degli aspetti d`insieme delle questioni e non più iniziative disarticolate: solo così potremo fornire un contributo a sradicare definitivamente le problematiche che da troppo tempo affliggono l`Africa e le sue popolazioni, aiutandole a diventare da parte del problema a parte della soluzione.

Fonte: esteri.it

 

 

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