Narcotrafficando in Africa Occidentale

Riprendiamo qui un articolo apparso sul blog dell’economista Loretta Napoleoni. Riguarda uno studio di Matteo Ballero sul narcotraffico in Africa occidentale.

Narcotrafficando in Africa Occidentale.
di Matteo Ballero

 
Ho studiato per un anno il narcotraffico in Africa Occidentale. In questo periodo ho potuto osservare come questa regione del mondo sia recentemente entrata nella mappa del finanziamento del crimine mondiale. E come questo abbia creato lì una struttura unica al mondo: il narcostato.

L’Africa è un anello fondamentale nella rete di finanziamento delle organizzazioni criminali internazionali. Le sue numerose risorse vengono sfruttate da organizzazioni criminali e fondamentaliste per raggiungere i propri obiettivi (ricordate lo scambio diamanti-armi organizzato dal RUF in Sierra Leone). Regina delle risorse commerciate illegalmente è la droga: il narcotraffico è la tecnica più efficace, più redditizia e più utilizzata a livello globale per finanziare atti di terrorismo, ribellioni e guerre.

Se la caduta del Muro di Berlino ha comportato l’arrivo della criminalità dell’est europeo in Africa, l’undici settembre ha coinvolto il continente in un cambiamento radicale delle rotte commerciali di finanziamento illegale. L’Africa Occidentale ha subìto questa rivoluzione.

La criminalità mondiale ha investito in Africa Occidentale dopo l’undici settembre, quando l’amministrazione Bush approvò il Patriot Act. Le misure di carattere finanziario, contenute nella legge federale, imposero serie limitazioni all’attività di riciclaggio. Le organizzazioni che commerciavano con gli Stati Uniti realizzarono immediatamente come l’emissione di misure antiterroristiche e l’irrigidimento dei controlli a livello bancario avrebbero comportato una riduzione della rendita economica. I narcotrafficanti decisero così di investire in Europa, terreno divenuto, con l’introduzione della moneta unica e la realizzazione del mercato comune, economicamente vantaggioso.

Inizialmente furono sfruttate le rotte commerciali illegali già costituite ed impiegate negli anni precedenti, attraverso Balcani e Canarie. Nel 2004 i narcotrafficanti decisero però di stabilire un porto sicuro di collegamento tra le organizzazioni sudamericane e quelle europee. Si decise di investire in Africa Occidentale. E la regione divenne l’hub della cocaina. Qui oggi arrivano gli aerei sudamericani stracarichi di droga e da qui ripartono le imbarcazioni e i velivoli diretti al mercato del consumo europeo. Il trasporto è rapido e sicuro.

In particolare oggi è la Guinea Bissau a soddisfare pienamente le necessità dei narcocommercianti. Ha un territorio geograficamente difficile da controllare, una classe politica in perenne stato di lotta, un esercito sovra numerato, influente e scarsamente pagato, una polizia e un sistema giudiziario inesistenti, come inesistenti sono gli accordi di estradizione, e un’economia tra le più povere e sottosviluppate al mondo. In Guinea Bissau l’assedio ha avuto immediato successo grazie all’aggressività dei narcotrafficanti, che possiedono mezzi economici sconfinati in grado di penetrare nella debole economia locale. La forza economica dei narcotrafficanti è stata evidente quando la polizia intercettò una carico di seicento chilogrammi di cocaina stipato nel bagagliaio di una macchina: la droga aveva un valore sul mercato pari a un terzo del PIL guineano.

Il passo successivo venne compiuto quando i narcotrafficanti decisero di trasferirsi fisicamente a Bissau. La Guinea Bissau è diventata in quel momento il primo autentico narcostato al mondo. In nessun’altro paese vi è un’infiltrazione e un’estensione del narcotraffico nel territorio nazionale come nella repubblica africana.

Il narcostato è una condizione statuale dovuta all’incapacità dell’amministrazione pubblica di contrastare lo stato guscio, che viene esteso dall’organizzazione criminale a tutto il territorio nazionale. La struttura socio-economica creata dall’organizzazione criminale, lo stato guscio, ha la funzione di proteggere il commercio di droghe. L’assoluta incapacità di contrasto e il coinvolgimento indiretto dell’amministrazione pubblica abbattono i costi di trasporto al minimo e rendono l’attività di narcotraffico attraverso la Guinea Bissau economicamente molto efficiente.

La situazione in Africa Occidentale è drammatica. L’instabilità istituzionale e la penetrazione della criminalità nell’economia locale stanno avendo delle conseguenze disastrose per lo sviluppo economico e sociale dell’area. La fragilità politica ha provocato l’arrivo del fondamentalismo islamico, che individua a Bissau come a Conakry un terreno fertile per l’ideologia estremista. La Somalia dimostra come il collasso dell’apparato governativo e l’indifferenza della comunità internazionale possano provocare conseguenze difficilmente risolvibili nel breve periodo.