Mariani: azione diplomatica di ampio respiro, Terzi

La liberazione di Mariasandra Mariani è stato il frutto di “un’azione diplomatica di ampio respiro svolta con i governi della regione improntata alla “assoluta necessità e priorità della salvaguardia della vita dell’ostaggio, un’italiana” rimasta in “condizioni terribili per 14 mesi, un tempo di una lunghezza spaventosa”. Lo ha detto il Ministro Giulio Terzi, dopo il rilascio della turista fiorentina rapita nel febbraio scorso in Algeria.

L’Unità di Crisi

Il capo dell’Unità di Crisi Claudio Taffuri, che stamane ha accolto la Mariani a Ciampino, insieme con i familiari della turista, ha spiegato che “la Farnesina, attraverso l’Unità di crisi, ha assicurato la coerenza e l’efficacia della complessiva azione svolta per arrivare a questo risultato”. “L’Unità di crisi – ha aggiunto – ha costantemente seguito nell’arco di questi 14 mesi tutte le complesse e delicate fasi che hanno portato alla liberazione di Mariasandra Mariani” ed “ha tenuto continui contatti con i familiari”.

Gli stessi familiari della Mariani hanno ringraziato la Farnesina. ”Siamo molto contenti di come è andata questa storia, ringraziamo le istituzioni, il Ministro degli Esteri e l’Unità di crisi”, ha spiegato la sorella Angela, aggiungendo che dopo il colloquio in procura a Roma, la Mariani ed i suoi familiari torneranno subito a casa, a San Casciano in Val di Pesa, in provincia di Firenze.

440 giorni di prigionia

La turista tenuta in ostaggio 14 mesi nel deserto del Sahara da rapitori di Al Qaida del Maghreb islamico (Aqmi) è arrivata intorno alle 8,10 all’Aeroporto Militare di Ciampino con un volo proveniente dalla Burkina Faso. L’arrivo è avvenuto in forma strettamente riservata e con massimo riserbo e l’area di atterraggio è rimasta off limits per giornalisti e riprese televisive. La Mariani, appena scesa dal Falcon che l’ha riportata in Italia, è apparsa molto dimagrita: ha abbracciato, in un clima di grande commozione, i suoi familiari giunti allo scalo romano ad accoglierla. Quindi, si è recata alla Procura di Roma per raccontare ai pm la sua prigionia.
“Sono stata più di 440 giorni all’inferno, per questo ora posso dire di essere tornata in paradiso”, ha ripetuto la Mariani al padre Lido che stamani gli chiedeva del sequestro. I due si sono parlati al telefono dopo l’atterraggio all’aeroporto di Ciampino. La donna ha quindi precisato di aver tenuto i vestiti indossati durante il sequestro: ”Non li ho buttati via. Perché me li porterò a casa, a San Casciano dove li brucerò”.

 

Fonte: esteri.it

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