Le migrazioni sono soprattutto tra Paesi ricchi

Le migrazioni sono soprattutto tra Paesi ricchi: si emigra per aumentare il benessere. Meno della metà dei flussi mondiali da Sud al Nord.
Presentato il Rapporto mondiale sulle migrazioni 2013 dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni.

Aumenta la migrazione da nord verso sud, in controflusso rispetto ai tradizionali movimenti di chi cambia Paese per avere una vita migliore. È uno dei risultati del Rapporto mondiale sulle migrazioni 2013 dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), presentato la scorsa settimana.

Secondo il rapporto, che ha utilizzato un sondaggio realizzato dall’Istituto Gallup con oltre 25.000 interviste a migranti in 150 Paesi, il flusso migratorio «al contrario» negli ultimi 10 anni ha contato 7 milioni di spostamenti, di cui il 35% verso la Cina a partire da aree sviluppate come Giappone, nord America, Australia, Europa, oltre a Corea e Hong Kong; importante anche il flusso portoghese verso Paesi africani, con il 42% di aumento.

Si registra in Brasile l’aumento più consistente (+87%), con un’impennata negli ultimi 5 anni: 268.295 persone. Sono gli Usa i fornitori maggiori di nuovi immigrati in Brasile, con un aumento del 212% nel decennio considerato; in aumento costante anche i portoghesi, mentre sono in ribasso gli argentini. Altri nuovi brasiliani vengono da Giappone, Paraguay e Bolivia. Il Rapporto mondiale sulle migrazioni 2013 adotta un approccio diverso e si concentra su 6 dimensioni fondamentali del benessere per presentare un quadro unico di benefici e svantaggi relativi alla migrazione e per indagarne le conseguenze per lo sviluppo umano.

È necessario guardare a migrazione e sviluppo con un approccio più globale”, afferma il direttore generale dell’Oim, William Lacy Swing. “Contrariamente a quanto si creda, la migrazione non è solo un fenomeno Sud-Nord. Meno della metà dei migranti in tutto il mondo, infatti, si sposta da Paesi in via di sviluppo verso Paesi sviluppati”. I nuovi dati mostrano che i migranti adulti che si muovono da Sud a Nord rappresentano solo il 40% del totale mondiale. Circa il 33 % dei migranti si muove tra Paesi del Sud, il 22% tra paesi del Nord e il 5% dal Nord al Sud del mondo.

Nel complesso, la migrazione migliora il benessere soprattutto per coloro che si trasferiscono al Nord. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, sono i migranti che si spostano da Nord a Nord (tra Paesi ad alto reddito), piuttosto che da Sud a Nord, a segnalare maggiori benefici. I migranti Sud-Nord risultano infatti meno propensi a sentirsi soddisfatti della loro vita rispetto a chi è nato nei Paesi di destinazione.

Le persone che migrano da Nord a Sud hanno esperienze contrastanti. Mentre, in un contesto relativamente più economico, riescono a ottenere di più con il loro denaro, essi tendono ad avere un minor numero di contatti sociali e hanno meno probabilità di avere qualcuno su cui contare per un aiuto. Le persone emigrate costituiscono tra il 3,6% e il 5,2% della popolazione del Nord, mentre nel Sud circa il 3 % della popolazione. Questo rilevamento è importante perché spesso si presume che le persone migrino a causa di una mancanza di sviluppo e che la migrazione diminuisca quando un Paese diventa più sviluppato.

I nuovi risultati suggeriscono inoltre che solo una minoranza dei migranti invia rimesse. In realtà, solo l’8% dei migranti adulti nel Sud e il 27% nel Nord riferiscono di inviare un “aiuto finanziario” a dei parenti che vivono in un altro Paese.

Un altro luogo comune sfatato dal rapporto riguarda il livello di disoccupazione tra i migranti. Il tasso di disoccupazione globale per i migranti è di circa il 13%, contro l’8% delle popolazioni locali.

Fonte: immigrazioneoggi.it

 

 

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