Intervista a Wil Johnson, co-produttore di “Amina”

Pauline Long ha incontrano il veterano attore britannico Wil Johnson per saperne di più sulla sua attività di co-produttore e di attore nel film “Amina”, realizzato in Gran Bretagna e a Nollywood.

Wil, dicci di più sul film “Amina”.
Amina racconta la storia di una giovane donna che si sta godendo appieno la vita ma dopo una serie di prove e di sofferenze, finisce in un ospedale psichiatrico.

Il mio personaggio è quello di Dr. Johnson che cerca di aiutare Amina. Nel film ci sono tanti flashback per far scoprire la vita di Amina prima che questa soccombesse ai problemi della salute mentale.

Hai qualche altro ruolo in questo film a parte quello di recitare?

Ho diversi altri ruoli tra cui quello di co-produttore, correre di qua e di là e qualche altra cosa. Ci ho messo le mani dentro.

Dr. Johnson è un personaggio interessante da recitare, dimmi di più………

All’inizio avrei dovuto interpretare Michael, l’oggetto d’amore di Amina ma con lo svilupparsi della scenografia tutto è cambiato. Chiunque si fidava di me nell’interpretare il grande ruolo di Dr. Johnson. Abbiamo dovuto rendere il personaggio più interessante. Ce ne siamo andati e ci abbiamo pensato su. E’ stato interessante girare “Amina”, come attori ci è stata data la libertà di creare e volare e così è stato facile per noi immergerci nei personaggi.

Ho continuato a pensare ad HOUSE. Il dottore è brillante ma a confronto di un altro psichiatra, lui ha delle difficoltà da superare. Pensa a Columbo, lui stesso ha dei problemi ma ancora riesce a relazionarsi con le persone.

Hai dovuto visitare un ospedale psichiatrico prima di girare per soddisfare meglio le aspettative sul tuo personaggio?

No, non avevamo il tempo di fare niente di simile, mi sono messo subito a lavorare sul personaggio tuttavia alcune persone della nostra squadra hanno lavorato in ospedali psichiatrici e così ho avuto qualche dritta da loro. Quando abbiamo fatto una proiezione all’ospedale psichiatrico di Haringey ci hanno dato un feedback positivo per l’accuratezza del mio personaggio.

Chi ci ha guidato ci ha aiutato molto soprattutto nel momento in cui entri in un territorio che non è il tuo e ricevi una risposta meravigliosa. Tra parentesi, a causa della massa di lavoro, la maggior parte degli psichiatri diventa alcolizzato.

Uno può fare tutte le ricerche che vuole ma la cosa più importante è che doveva essere toccante e drammatico, il che è ciò che “Amina” offre. Ho avuto la fortuna di interpretare un ruolo che è molto fuori dal comune, anche se devo ammettere che è stato molto molto impegnativo. La stora di Amina è profondamente emotiva e le storie emotive sono difficili da girare. Colpire il punto giusto è stato difficle visto che, come saprai, c’è una linea sottile tra l’eccessiva interpretazione e la poca interpretazione.

E’ una coincidenza che il tuo vero cognome sia Johnson come Dr. Johnson?

In effetti non mi venne in mente se non dopo quando già interpretavo il personaggio e ho realizzato che ero Johnson sul set e fuori dal set.

Di solito interpreti ruoli guida, c’è stata qualche differenza in questo ruolo?

Non proprio, è stato facile principalmente perché ho lavorato con i migliori sia nel cast che nella troupe. Un cast molto diverso! Abbiamo due grandi di Nollywood – il ghanese Van Vicker e Omotola. Abbiamo anche Vincent (Regan), un attore britannico che ha lavorato in importanti film di Hollywood.

Come attore britannico, com’è stato lavorare con le star di Nollywood?

E’ stato fantastico lavorare con loro, siamo tutti attori e ciò che conta è ciò che capita tra l’azione e il taglio. L’azione è stato il comune denominatore. E’ stato un matrimonio tra la Gran Bretagna e Nollywood.

C’è un motivo in particolare che ha spinto Chris a scegliere di girare un film sui problemi delle malattie mentali?

Al regista e scrittore Christian Ashaiku piace girare diversi tipi di storie, questo è il secondo film che abbiamo fatto insieme. Per Christian è stata una tra tanti tipi di storie che voleva condividere. Si è trattato semplicemente di un argomento interessante su situazioni di vita reale.

Le persone possono avere una serie di cose che possono avere un effetto traumatico e basta quel solo momento perché tutto finisca male, ecco cosa sono le malattie mentali. Ci sono molte persone che vivono dei forti traumi ora più di prima, perciò abbiamo voluto qualcosa di commovente, coinvolgente ed esaltante.

Qual’è il pubblico di “Amina” a cui mirate?

Ci aspettiamo che “Amina” attragga un pubblico diversificato, è un tema universale d’amore, di perdita e di redenzione. E’ una storia matura perciò ci aspettiamo un pubblico adulto.

Cosa hai imparato nel fare questo film sia nel ruolo di protagonista maschile sia in quello di co-produttore?

Devo ammettere che mi ha messo addosso molta pressione. Ancora sono un neofita nella produzione; il mondo della recitazione è quello che conosco come le mie tasche. Perciò in termini di produzione, sto ancora imparando. E’ tremendamente complicato produrre un film. Io sono stato una sorta di uomo di salvataggio, è stata una grandissima responsabilità. Il fatto di stare sul tavolo delle decisioni mi ha fatto capire come funziona questo business, tra cene eleganti in cui si concludono gli affari, negoziazioni, trovare i soldi, ecc.

Credimi se una persona riuscisse a fare un film con una scatola di scarpe avrebbe il mio massimo rispetto. Il processo di produzione di un film è un business insidioso, un terreno minato carico di bombe inesplose che tu non hai visto arrivare.

Applaudo a chiunque riesca a percorrere quella strada, molti di noi non hanno conoscenza e forza lavoro e vanno avanti senza garanzia che il film veda la luce un giorno. Succede finanche ai grandi e ai piccoli a Hollywood o Nollywood o Bollywood o anche all’industria britannica del cinema.

Qual’è la scena più memorabile di “Amina” per te?

Hmmmmm scene memorabili … Mia cara tutte le mie scene sono memorabili perché ci sono io (ride). Scherzavo! In effetti c’è una scena verso la fine di cui sono fiero. Mi dispiace ma non posso comunicarla; c’è stato molto lavoro per quella scena…. Vieni a vedere la premiere, resterai sorpresa. Tutto ciò che posso dire è che si tratta di una lunga corsa ……

Un’ultima parola Mr. Johnson o piuttosto Dr. Johnson?

Non ho mai lavorato tanto duramente; mi sono spinto ai limiti e oltre ma ne sono molto orgoglioso sia come protagonista maschile che come co-produttore. Sono dovuto arrivare alla linea d’arrivo ed è stato un lavoro di amore e spero che il film scasserà i box office. Lo merita.

 

La prima mondiale di “Amina” è all’Empire in Leicester Square il 17 ottobre 2012.

 

Di Pauline Long

 

Fonte: theafronews.eu

 

 

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