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Dopo la violenza seguita alle elezioni all’inizio dell’anno, i kenioti adesso accusano il presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, per la crisi che sta attraversando il paese dell’Africa australe, e il leader dell’opposizione Morgan Tsvangirai per aver abbandonato i suoi stessi sostenitori politici al momento del bisogno.

Secondo la maggior parte dei kenioti, nonostante la crisi politica che ha attanagliato il loro paese all’inizio di quest’anno, la situazione del Kenya è stata diversa da quella che vive adesso lo Zimbabwe.

In un’intervista fatta da Africanews.it a diversi professionisti e a cittadini del Kenya, Tsvangirai è accusato di aver boicottato le elezioni presidenziali del 27 giugno scorso. “L’azione di Tsvangirai equivale a un tradimento del suo stesso elettorato e dei suoi sostenitori proprio mentre cercavano di liberare il paese dal giogo della dittatura”, dice il giornalista Peter Namai, aggiungendo che il leader del partito dell’opposizione MDC, Tsvangirai, avrebbe dovuto presentarsi alle elezioni in modo da avere maggiori possibilità di negoziazione dopo la competizione truccata di Mugabe.

Per una minoranza di kenioti, che sostiene l’idea di una coalizione di governo tra il partito Zanu-PF di Mugabe e l’MDC di Tsvangirai, un tale accordo sarebbe stato possibile se Tsvangirai non avesse ritirato la sua candidatura. “Adesso è difficile per Mugabe avviare un negoziato con un partito che si è ritirato dalla competizione elettorale”, dice un analista politico.

Durante il recente summit dell’Unione africana in Egitto, la soluzione della coalizione di governo tra i due partiti è stata caldeggiata da più parti. Una soluzione che ricalca quella messa in atto in Kenya dopo le violenze scoppiate subito dopo le elezioni all’inizio dell’anno. Molti presidenti africani, tuttavia, condannano Mugabe per gli arresti politici che hanno portato il paese a vivere una delle più gravi recessioni del mondo.

Altri kenioti sono dell’opinione che lo Zimbabwe debba risolvere i suoi problemi con le sue forze senza fare ricorso ad aiuti esterni, perché i problemi del paese sono unici e diversi rispetto alla situazione in Kenya. Durante la crisi del Kenya, una soluzione per una coalizione di governo tra i leader dei due partiti più importanti Mwai Kibaki e Raila Odinga è stata sostenuta dall’ex segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan. Mugabe ha escluso ogni possibilità di formare un governo condiviso con Tsvangirai.

La maggior parte delle persone intervistate, tra cui anche i rappresentanti delle chiese, hanno condannato le violenze perpetrate per scopi politici durante la campagna presidenziale e nel periodo successivo alla tornata elettorale. “Ciò che Mugabe e i suoi uomini stanno facendo non sono solo peccati inaccettabili politicamente, ma anche peccati agli occhi di Dio”, dice il reverendo Thomas Rono della chiesa pentecostale.

I kenioti stanno guardando attentamente all’evolversi della situazione in Zimbabwe nella speranza che il paese riesca ad uscire dalla crisi politica in cui si trova. Secondo l’opinione di molti, il problema adesso è se lo Zimbabwe riuscirà ad adottare una soluzione sul modello keniota per risolvere la crisi politica, oppure adotterà una soluzione propria visto che l’Unione africana non è riuscita a fornirne una durante il summit egiziano.

Di Ken Chelimo

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