Immigrazione non vuol dire solo persone in movimento

“Immigrazione non vuol dire che si spostano solo le persone ma anche le loro culture, le loro filosofie e la loro umanità,” ha detto Ramona Parenzan ieri (15 febbraio 2012) durante un’intervista a Verona parlando del suo nuovo libro, Babel Hotel, una raccolta d’interviste e testimonianze sulla vita dei migranti in Italia.

Si tratta della rappresentazione della realtà dell’immigrazione in Italia in un palazzo gigantesco di 480 appartamenti. “Il Babel Hotel”, appunto.

La presentazione del libro è stata organizzata da Verona Cestim ed aveva l’obiettivo di discutere del problema della cittadinanza per i figli degli immigrati in Italia e del diritto dei loro genitori di votare alle elezioni amministrative. Almeno per coloro che risultano legalmente residenti in Italia per cinque anni.

Grazie al toccante documentario “18 IUS SOLI” di Fred Kuwornu, l’anno scorso (2011) molte persone hanno preso coscienza della realtà: cioè che è sbagliato non riconoscere i figli degli immigrati, che sono nati in Italia, come cittadini italiani. Secondo le testimonianze di alcuni dei bambini in questione, circa 900.000, con o senza il riconoscimento dello stato, si sentono già cittadini italiani.

Sicuramente si tratta di un enigma troppo difficile da risolvere solo attraverso politiche sensazionalistiche, come alcuni sono stati abituati a fare negli ultimi anni.

L’Italia oggi si trova di fronte ad un vero problema. A parte l’incontro culturale in tutte le più grandi città così come avviene in molti paesi europei, i ragazzi, sia figli di genitori italiani che di immigrati, stanno ridisegnando velocemente il loro futuro, partendo dall’asilo fino alle scuole superiori. Quindi, a meno che la politica non faccia i conti con la realtà, ben presto non avrà più alcun motivo per mantenere lo status quo e la pratica di usare l’immigrazione come un argomento per conquistare popolarità politica proprio mentre si nasconde la realtà.

Se, come avevano proposto alcuni politici pochi anni fa, il paese dovesse creare scuole separate o, peggio ancora, chiese e supermercati per gli immigrati e i loro figli in Italia, sarebbe molto più semplice far credere alla popolazione che i 4 milioni di immigrati in Italia vengono da un altro pianeta e che non devono essere trattati come gli altri cittadini.

Adesso, invece, i bambini crescono insieme e alcuni dei migranti adulti stanno facendo conoscenza con la gente del posto. Perciò è solo questione di tempo prima che le istituzioni si pieghino alla volontà umana.

 

Ewanfoh Obehi Peter

Traduzione di Piervincenzo Canale

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