Sviluppare le Regioni dell’Africa e dell’Europa

Conto alla rovescia per il forum internazionale promosso dalla Fondazione Banco di Sicilia

Da giovedì Taormina torna ad essere l’epicentro del dibattito internazionale sui temi
dello sviluppo dell’Africa alla luce delle ripercussioni indotte dalla “primavera nord africana”

Taormina, 4 ottobre 2011 – Conto alla rovescia in vista del forum internazionale centrato sulle potenzialità di sviluppo del Continente africano in programma giovedì e venerdì a Taormina.

Sviluppare le Regioni dell’Africa e dell’Europa è il titolo della quinta edizione di questo appuntamento pluriennale nato con lo scopo di rendere la Sicilia la piattaforma, da cui alimentare una volta all’anno il dibattito globale sui grandi temi connessi alla crescita economica e socio-culturale dell’Africa.

Organizzato dalla Fondazione Banco di Sicilia in collaborazione con The European House – Ambrosetti, il Forum quest’anno è incentrato prevalentemente su come il nuovo assetto del Nord-Africa può cambiare le relazioni Europa-Africa alla luce delle ripercussioni geopolitiche indotte dalla cosiddetta “primavera araba”.

Tra i temi al centro del dibattito, c’è anche il fenomeno dei flussi migratori intra ed extra-africani. Nel corso dei lavori del forum, è, inoltre, in programma la presentazione di un Position Paper redatto da The European House – Ambrosetti a seguito di un attento lavoro di indagine, sul ‘nuovo corso’ geopolitico per il Continente africano, soprattutto alla luce del diverso ‘peso’ del Continente nell’agenda geopolitica internazionale.

Le rivolte nordafricane, secondo la ricerca, devono costituire un’opportunità per l’Europa come soggetto unitario – per ripensare alla propria incisività strategica in Africa alla luce, tra l’altro, di un’accresciuta competizione per l’influenza politica tra potenze emergenti.

I cambiamenti in atto nell’assetto socio-politico del Nord Africa rischiano di modificare non solo gli equilibri dell’intera area (con possibili impatti sull’Africa Subsahariana), ma anche le relazioni consolidate con i Paesi europei.

Occorre dunque che l’Europa rilanci la propria azione secondo una direttrice di coesione e con una nuova strategia anche di inclusione economica, pena il potenziale sopravvento di nuovi modelli culturali e nuovi attori economici. È quindi più che mai urgente che l’Africa possa (ri)trovare nell’Europa – la più grande economia al mondo – probabilmente più che in altri partner, competenze, know-how, risorse e “vicinanza” culturale fondamentali per il proprio sviluppo; anche a beneficio dell’Europa e delle sue imprese.

E anche quello delle migrazioni africane è un fenomeno che l’Europa non può sottovalutare. Recenti studi evidenziano che, in assenza di supporti migratori, il Vecchio Continente potrebbe andare incontro a una seria crisi demografica. Da qui al 2060 la popolazione europea sarà calata di 91 milioni con ripercussioni negative sul settore produttivo e sul welfare.

È appunto sulle migrazioni e sulle prospettive di studio meno conosciute su questo fenomeno – sia dal punto di vista africano sia dal punto di vista europeo, che si concentra il secondo Position Paper Ambrosetti, andando ad avanzare alcune proposte operative per una revisione delle politiche migratorie europee.

Nel corso della due-giorni di Taormina, anche la presentazione dei progetti arrivati in risposta al bando, aperto a giovani architetti europei e africani, per la realizzazione del layout concettuale di un quartiere urbano modello da sperimentare in Africa.

Durante il Forum si focalizzerà l’attenzione anche sul tema delle nuove sfide energetiche ed economiche delle mutazioni in Europa indotte dalla cosiddetta “primavera nordafricana” che ha investito molti Paesi del Nord Africa.

Ma non solo: guardando l’Africa, si parlerà anche del ruolo del sistema bancario e finanziario europeo e africano, delle opportunità per l’imprenditoria europea connesse allo sviluppo urbano nel Continente.

“I recenti cambiamenti nell’assetto politico di diversi Paesi del Nord Africa – sottolinea Giovanni Puglisi, Presidente della Fondazione Banco di Sicilia – impongono un riposizionamento dell’Europa e una maggiore consapevolezza del proprio ruolo di attore protagonista nello scenario internazionale. Lo sviluppo dell’Africa è oggi davvero un’opportunità per l’Europa, ma perché questo si traduca in realtà è necessaria una comune strategia, al contempo politica, economica e culturale. Per queste ragioni, una parte consistente del Forum di Taormina sarà dedicata proprio all’approfondimento delle tematiche connesse al nuovo corso africano e agli effetti in atto a livello planetario. Essere giunti alla quinta edizione di questo appuntamento internazionale conferma, poi, che l’idea originaria del Progetto guardava lontano. I fatti ci hanno dato ragione: la nostra iniziativa cresce anno dopo anno sia in termini di adesioni e di partecipazione sia in termini di qualità degli interventi.”

Fra gli ospiti di questa quinta edizione del Forum:

  • José María Aznar (già primo ministro della Spagna),
  • il principe Idris Al-Senussi (nipote dell’omonimo ultimo Re della Libia),
  • Dieter Rampl (presidente di Unicredit),
  • Rachida Dati (Deputato al Parlamento Europeo, già portavoce del Presidente Nicolas Sarkozy),
  • Alfredo Mantica (Sottosegretario di Stato per gli Affari Esteri) e numerosi fra ministri e ambasciatori di Paesi Africani.

 

* Forum di Taormina: i dati di partecipazione alle quattro edizioni precedenti
1a edizione (2007): 14 paesi rappresentati – Partecipanti: 15% stranieri e 85% italiani
2 a edizione (2008): 16 Paesi rappresentati – Partecipanti : 18% stranieri e 82% italiani
3 a edizione (2009): 20 Paesi rappresentati – Partecipanti: 22% stranieri e 78% italiani
4 a edizione (2010): 21 Paesi rappresentati – Partecipanti: 56% stranieri e 44% italiani

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