Lo sviluppo urbano in Africa

Dati di contesto

Oggi più che mai le città rappresentano il motore dello sviluppo economico e sociale globale, basti pensare che negli agglomerati urbani:

  • vive oltre il 50% della popolazione mondiale (nel 2030 sarà oltre il 75%);
  • viene prodotto oltre il 60% del Pil;
  • viene consumato quasi il 90% delle risorse prodotte.

Il rapido processo di urbanizzazione in atto è alla base di quelle che saranno le sfide strategiche con cui il mondo istituzionale e imprenditoriale sarà chiamato a confrontarsi nei prossimi anni: dalle infrastrutture ai servizi, dalla formazione continua agli stili di governance, dalle problematiche connesse ai nuovi consumatori a quelle inerenti ai nuovi approvvigionamenti di impresa.

Protagonisti indiscussi di questo trend sono i Paesi emergenti dove, per il 2030, è previsto uno straordinario incremento della popolazione urbana che passerà da 39% a 50%. Ciò, inevitabilmente, apre uno scenario di sfide e opportunità per le aree del Sud del mondo, Africa in primis. In questo Continente si focalizzeranno infatti le strategie e gli interventi progettuali di sviluppo e ridisegno urbano più significative.

Le città africane hanno registrato dal 2005 al 2010 il più alto tasso di crescita, ma gli schemi di sviluppo sono stati (in generale) non sostenibili e moltiplicatori di fattori negativi (in Africa la percentuale di popolazione urbana che vive sotto la soglia di povertà è ancora tra le più elevate al mondo: 43%). La pianificazione urbana è stata poi incapace di integrare coerentemente e proficuamente la dimensione territoriale con quella economica e sociale.

Questa situazione pare oggi essere cambiata e dopo anni di scarsa considerazione politica e di errate scelte, la questione urbana ha ripreso centralità e considerazione nell’agenda di numerosi Governi africani. La sfida è aperta: è infatti ancora da definire il modo in cui gli agglomerati urbani africani dovranno essere progettati per fare fronte alle pressioni demografiche, alle sfide di governance e di bilanciamento tra esigenze di sviluppo economico e di inclusione sociale e sostenibilità.

Con questi obiettivi dovranno essere pianificati coerentemente – tenendo conto delle specificità locali – gli interventi infrastrutturali, le funzioni e i servizi urbani. Tutto ciò apre opportunità rilevanti di investimento e business in molteplici settori. I capitali e l’iniziativa europea possono avere un ruolo chiave contribuendo a determinare il futuro delle megalopoli e delle nuove forme di agglomerazione che si stanno già da ora sviluppando in Africa.

Un progetto pilota di quartiere abitativo, sperimentale e integrato

Il fenomeno dell’urbanizzazione sarà pertanto uno dei temi nodali della quarta edizione del Forum.

Infrastrutture, politiche sociali, governance, occupazione, servizi: il tema verrà affrontato a 360°. A Taormina verrà presentato un concept di quartiere abitativo sperimentale integrato (edilizia, utility, infrastrutture, servizi, ecc.), multifunzionale (abitazioni, uffici, terziario, servizi, ecc.) e autosufficiente che possa rappresentare un progetto pilota replicabile. Il progetto è curato dallo Studio Atepi di Roma.

Questa iniziativa ha l’obiettivo di favorire spunti volti a:

  • favorire la riqualificazione di aree cittadine degradate e apportare un contributo alternativo alla gestione degli insediamenti abitativi informali;
  • aumentare l’attrattività di business creando terreno fertile per investimenti nel settore;
  • promuovere la sostenibilità (limitato impatto ambientale nel rispetto di materiali e tecniche costruttive locali) nell’edilizia e nelle logiche di pianificazione urbana;
  • sostenere la crescita urbana in Africa favorendo la diffusione del know how specialistico italiano/europeo e mettendo a disposizione dei partner africani soluzioni tecnologiche all’avanguardia.

L’obiettivo del Progetto è quello di porre le basi per realizzare in Africa un’area urbana sperimentale che sia:

  • integrata (edilizia, utility, infrastrutture…);
  • multifunzionale (abitazioni, uffici, servizi);
  • autosufficiente dal punto di  vista energetico;
  • con soluzioni abitative per la nuova e futura classe media (si stima che la classe media dei Paesi africani sia l’8-10 della popolazione Il dato assume un valore estremamente negativo se si pensa che in un Paese sviluppato la classe media è pari a circa il 50-60% della popolazione);
  • dimensionata per circa 4.000 persone;
  • in grado di garantire un’offerta culturale (teatri, cinema…) e commerciale e di stimolare il sorgere di attività economiche.

L’indagine condotta da The European House – Ambrosetti ha individuato due Paesi target per concretizzare l’iniziativa: il Ruanda e il Ghana.

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