Fondazione Sicilia e partners fondano il Tavolo di Taormina

NASCE IL “TAVOLO DI TAORMINA”
SI RIAPRE IN SICILIA IL GRANDE DIBATTITO INTERNAZIONALE
SUI TEMI CONNESSI ALLO SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO DELL’AFRICA E DELL’EUROPA

Promosso dalla Fondazione Sicilia in collaborazione con The European House – Ambrosetti nasce un ‘Think Tank’ internazionale al quale partecipano rappresentanti UE, esponenti governativi italiani e africani, membri di Confindustria e operatori privati.

Palermo, 23 novembre 2012 – Su iniziativa della Fondazione Sicilia, in collaborazione con The European House – Ambrosetti, nasce oggi il “Tavolo di Taormina”, think tank internazionale, che raccoglie 15 fra alti rappresentanti dell’Unione Europea, dei Ministeri italiani per gli Affari Esteri e per la Cooperazione Internazionale e Integrazione, del NEPAD-Unione Africana, del Governo del Marocco, del Governo del Sud Africa, di Confindustria e di grandi gruppi privati operanti in Africa tra cui ENI, Unilever, Grandi Stazioni, Moncada.

Il Tavolo è il nuovo output del Forum internazionale Sviluppare le Regioni dell’Africa e dell’Europa, che la Fondazione Sicilia promuove dal 2007 con l’intento di rendere la Sicilia la piattaforma da cui alimentare periodicamente il dibattito globale sui grandi temi connessi alla crescita economica e socio-culturale del grande continente africano. Nelle sue varie edizioni, al Forum hanno partecipato imprenditori, economisti, manager, ministri e scienziati provenienti da tutto il pianeta, allo scopo di confrontarsi sui temi dello sviluppo dell’Africa.

Nel corso della riunione di oggi, il presidente della Fondazione Sicilia, Giovanni Puglisi ha lanciato l’idea di avanzare la candidatura dei cittadini di Lampedusa per il prossimo Premio Nobel per la Pace: “Gli abitanti di quest’isola – ha sottolineato Puglisi – hanno dimostrato una straordinaria apertura verso le migliaia di persone che affrontano il Mediterraneo per inseguire un sogno, testimoniando quotidianamente al mondo la cultura dell’accoglienza, anche a discapito dei loro stessi interessi particolari. Lanciare oggi, da qui, questa idea è un segnale che serve a non far sentire soli questi cittadini e per sottolineare che la comunità internazionale non resta indifferente ai loro sforzi e al loro gesti di solidarietà”.

L’obiettivo del “Tavolo di Taormina” è quello di contribuire alla definizione di una nuova agenda internazionale dedicata al rafforzamento delle relazioni fra Europa e Africa, che – partendo dalla Sicilia – si ponga come laboratorio permanente per lo sviluppo futuro. Un gruppo di lavoro, in grado di proporre azioni e progetti concreti per i governi dell’Europa e dell’Africa.
Dalla riunione di Palermo emerge, quindi, un forte atto di indirizzo politico-economico, con una proposta operativa concreta per il Governo italiano, quale contributo di riflessione per l’azione dell’Italia nell’ambito dell’attuale rilancio delle relazioni internazionali e delle politiche di sviluppo.

Il Tavolo intende proporre una visione strategica di ampio respiro delle relazioni Europa-Africa, indicando all’Unione Europea i “grandi temi” da affrontare e redigendo un’agenda di azioni condivise. Per queste ragioni, occorre rendere operativi gli intenti della “Carta di Taormina”, documento di indirizzo programmatico per le relazioni Europa-Africa emerso dal Forum internazionale di Taormina (6-7 ottobre 2011) e sottoscritta da leader europei, quali José Maria Aznar, Ana Palacio e Romano Prodi.

La Carta è stata indirizzata all’attenzione dei membri dell’Unione Europea e dell’Unione Africana e prevede tre linee d’azione:

  1. creazione di zone speciali europeo-africane di cooperazione economico-industriale;
  2. elaborazione di un “Patto comune Europa-Africa per la crescita”;
  3. costituzione di un’Agenzia Europea per la Migrazione, in grado di definire una politica unitaria dell’UE.

Queste considerazioni sono il frutto di un’analisi della situazione attuale: a fronte di 3 trilioni di dollari di aiuti dati all’Africa negli ultimi 50 anni, la crescita del continente non è ancora strutturalmente sostenibile. Mancano veri investimenti produttivi, industrializzazione diffusa e strategie per la creazione di posti di lavoro, manca anche un forte tessuto di economia privata. Tutti aspetti che devono essere facilitati  da un ambiente pro-business favorevole.

Con un tasso di crescita del 5,1% tra il 2001 e il 2011, una classe media in ascesa e un settore privato emergente, l’Africa – per anni il “continente dimenticato” – è oggi al centro degli interessi di aziende e attori geopolitici globali. I risultati di sviluppo raggiunti sono notevoli; permangono però sfide importanti: sostenibilità (sociale e ambientale), industrializzazione, riduzione delle diseguaglianze.

Al fine di intervenire concretamente, occorre dunque centrare il dibattito su alcuni temi chiave in grado di incidere sullo sviluppo:

  • – Partnership Pubblico-Privata.
  • – Accesso al credito e schemi di sostegno finanziari innovativi.
  • – Ingaggio stakeholder africani (anche ai fini dell’industrializzazione).
  • – Sostenibilità.
  • – Modelli di governance.

L’avvicinarsi della scadenza dei Millennium Development Goals e la necessità (opportunità) di promuovere azioni di co-sviluppo più incisive, stanno orientando le Nazioni Unite e la UE al lancio di una nuova Agenda per l’Africa post 2015. Per l’Europa e l’Italia, rafforzare i legami politici ed economici con l’Africa è una priorità strategica per creare nuovi mercati, occasioni di sviluppo, gestire le emergenze (es. migrazioni, sicurezza, ecc.) e contrastare la competizione emergente degli altri attori geopolitici (Cina, India, Stati Uniti, ecc.).

Un aspetto rilevante è, perciò, quello relativo alle opportunità per le imprese italiane emergenti dai nuovi programmi per l’Africa: dagli accordi di co-localizzazione che si stanno collaudando ad esempio in Marocco; al nuovo processo di sviluppo del NEPAD (obiettivi di sviluppo che la comunità dei paesi africani si sta dando al suo  interno); dalla nuova “Agenda for change” della UE, agli innovativi strumenti finanziari in fase di sperimentazione per favorire non solo investimenti ma anche l’export.

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Al Tavolo, introdotto da Giovanni Puglisi (Presidente della Fondazione Sicilia), sono presenti Assia Bensalah Alaoui (Regno del Marocco, Ambasciatrice At Large del Re Mohammed Vi), Fabio Battaggia (Grandi Stazioni S.P.A., Amministratore Delegato), Paolo Borzatta (The European House – Ambrosetti, Senior Partner), Mario Giro (Consigliere del Ministro per la Cooperazione Internazionale e L’integrazione), Giulia Di Tommaso (Unilever Italia, General Counsel e Direttore Relazioni Esterne e Istituzionali), Carlo Lo Cascio (Ministero Degli Affari Esteri, Coordinatore per i Rapporti dell’unione Europea con l’Africa Sub Sahariana e Ministro Plenipotenziario), Zakhele Mnisi (Ambasciata della Repubblica del Sud Africa in Italia, Consigliere Politico), Salvatore Moncada (Moncada Energy Group, Amministratore Delegato), Francesca Mosca (Commissione Europea, D.G. per lo Sviluppo e la Cooperazione- Europeaid, Direttrice per l’Africa Subsahariana e le Questioni Orizzontali relative ai Paesi Acp), Ashraf Rashed (Nepad-Aprm, Ambasciatore), Roberto Ridolfi (Delegazione dell’unione Europea in Uganda, Ambasciatore), Pier Giorgio Romiti (Castore 1, Amministratore Delegato), Antonino Salerno (Giunta Nazionale, Confindustria; Vice Presidente, Confindustria Sicilia), Pasquale Salzano (Eni, Direttore Rapporti Istituzionali Internazionali).

 

Fonte: Ufficio Stampa Fondazione Sicilia

 

 

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