Caso Wabara e razzismo italiano-gruppo everyone

Chiesta Interrogazione Parlamentare sul caso Abiola Wabara e sulle discriminazioni razziali che colpiscono gli atleti e i ragazzi africani nel nostro Paese.

A cura di: Gruppo EveryOne – Sindacato Europeo dei Lavoratori

Milano, 8 aprile 2011

Abiola Wabara, italiana figlia di nigeriani, giocatrice di basket della Geas Sesto San Giovanni, società di serie A, è stata bersagliata con insulti e fischi e da parte dei tifosi della Comense, durante tutta la partita di mercoledì sera a Casnate (Como), valida per i playoff del campionato di pallacanestro femminile, serie A.

Il presidente della Geas, Mario Mazzoleni, ha chiesto ripetutamente e invano all’arbitro di sospendere la partita, come invece prevederebbe il regolamento.

Al termine dell’incontro, mentre le squadre rientravano negli spogliatoi, un gruppo di circa 15 tifosi della Comense ha coperto di sputi la giovane atleta, senza alcun intervento da parte dei presenti, cercando anche di colpirla fisicamente.

Il presidente della Federbasket, l’ex fuoriclasse Dino Meneghin, ha stigmatizzato l’accaduto manifestando solidarietà verso l’atleta.

“Il caso Wabara non è un episodio isolato,” spiegano i co-presidenti del Gruppo EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau e il presidente del Sindacato Europeo dei Lavoratori Giuseppe Criseo.

“Anche se parte dei politici, dei media e dei dirigenti sportivi cercano di ignorare il fenomeno del razzismo nello sport, spesso nascondendo come struzzi la testa sotto alla sabbia. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un’escalation dell’intolleranza nei luoghi in cui si praticano sport professionistici, dilettantistici, amatoriali e giovanili. Gli eventi più eclatanti, come quelli che hanno colpito i calciatori Balotelli ed Eto’o, toccano purtroppo tutti gli atleti africani”.

Il Gruppo EveryOne riceve tantissime segnalazioni di trattamenti discriminatori di cui sono oggetto bambini e ragazzi africani, da parte di coetanei italiani, nelle serie minori nonché nello sport giovanile, nelle scuole e negli oratori.

“La stampa si è occupata recentemente del caso del ragazzino di colore che gioca nel CasierDosson,” proseguono i difensori dei diritti umani, “ma una cultura marcatamente razzista, spesso violenta, colpisce ormai tutti i giovani e i piccoli di origine africana o di altre etnie discriminate che si trovino a giocare o gareggiare accanto a compagni italiani.

Considerata tale realtà, che rende difficile l’esistenza dei giovani stranieri di origine africana, o sudamericana, asiatica, Rom ecc. e toglie allo sport il suo compito di promuovere l’amicizia e l’uguaglianza fra i popoli e considerata l’intollerabile situazione del presente, abbiamo sottoposto alle personalità politiche ancora convinte del valore della tolleranza e di una cultura egualitaria la mozione per un’interrogazione parlamentare al ministro della Gioventù, al ministro della Pubblica Istruzione e al ministro per le Pari Opportunità affinché siano attuati programmi di educazione alla tolleranza destinati al pubblico dei campi di calcio e dei palazzetti dello sport, alle scuole e ai media, finalizzati a promuovere il valore dell’uguaglianza razziale e a stigmatizzare qualsiasi comportamento discriminatorio”.

Contemporaneamente, la mozione proposta dal Gruppo EveryOne e dal Sindacato Europeo dei Lavoratori sottolinea la necessità di interrompere qualsiasi evento sportivo in coincidenza con il verificarsi di episodi di intolleranza da parte del pubblico e di prodigarsi affinché siano aumentate le sanzioni a carico delle società oggettivamente responsabili di tali gravi intemperanze.

“Fra pochi giorni ci recheremo a Strasburgo e Bruxelles insieme a Opera Nomadi Toscana, l’Associazione La Kasbah e il Coordinamento Nazionale Antirazzista” concludono gli attivisti umanitari, “dove siamo stati convocati dalla Commissione e dal Consiglio dell’Unione europea, cui sottoporremo un dossier riguardante i fenomeni del razzismo, della ziganofobia, dell’antisemitismo e dell’omofobia in Italia. Abbiamo aggiunto un capitolo riguardante l’emergenza della xenofobia e della violenza contro gli stranieri nello sport e nelle attività ludiche e ricreative giovanili.

Il problema, che è ormai fuori controllo in Italia, rischia di espandersi in tutta l’Unione e riteniamo sia giunto il momento di porvi un freno, recuperando la cultura dell’antirazzismo e della solidarietà, alla base di tutte le carte sui Diritti Umani”.

 

Fonte: comunicato stampa gruppo everyone

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