Arriveremo un giorno ad essere considerati uguali?

L’altro giorno ero a Firenze, una delle città più belle ed importanti della nostro stato. Uno scrigno che contiene i più importanti artisti italiani che tanti altri paesi ci invidiano.

Sono in coda per entrare alla “galleria degli uffizi”, meta impossibile da saltare qualora doveste mettere piede nel fiorentino. In un cartello appeso accanto all’entrata vedo il prezzo per l’ingresso alla galleria. Come tutti gli studenti o giovani turisti cerco sempre una riduzione possibile, talvolta fingiamo d’essere più giovani della realtà per riuscire a risparmiare qualcosa. Dedico la massima attenzione alla lettura di questo cartello quando vedo che la riduzione è valida solo per i cittadini compresi nell’età dai 18 ai 25 anni con cittadinanza EUROPEA.

Rimango perplessa. Al mio fianco c’è un ragazzo Ivoriano, in Italia da ormai tredici anni che aspetta da mesi la cittadinanza italiana e che in questo caso non ha diritto alla riduzione.

È possibile che il nostro paese dia la possibilità di questi “sconti” a tutte le persone europee e non a quelle che ormai ritengo l’Italia la propria casa, che viaggiano per ammirare le bellezze che offre la nostra città?

È un paese, il nostro, che non perde occasione per ricordare quanto noi giovani siamo pigri e senza voglia di esplorare ed imparare, è bello vedere come chi per primo ci accusa non dia poi la possibilità ai suoi cittadini di vivere le nostre bellezze.

Ci sono città come Parigi, Londra, Madrid dove in tutti i musei i ragazzi fino ai venticinque anni (età media) hanno la possibilità d’entrare gratuitamente senza ulteriori distinzioni, ancora una volta invece l’Italia deve distinguersi, ancora una volta si fanno discriminazioni e siamo ancora davanti al fatto che qualcuno ci considera diverso l’uno con l’altro.

In sostanza però io non sono poi tanto diversa dal mio compagno Ivoriano, dalla prima della fila che i suoi occhi a mandorla chiariscono bene le sue origini, dalla coppia inglese alle mie spalle, o gli spagnoli ancora più indietro. Ognuno di noi ha una propria caratteristica, una propria storia, le proprie origini, ma facciamo tutti parte di questo mondo, un mondo che ripetutamente cerca di farci sentire “diversi”, un mondo che noi sfidiamo e proviamo a fargli capire che nessuno è differente, anzi, talvolta i diversi siamo noi estraniati dal nostro stesso corpo, per paura d’essere disprezzati per quello che realmente siamo.

 

Elena Zandonà

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