Pubblicato il documento di capitalizzazione di “Parlez-vous global?”

Fruibile online nella sua versione integrale e sintetica, il documento evidenza gli elementi di cui far tesoro

Per fare tesoro dei buoni risultati di “Parlez-vous global” – il progetto che per tre anni ha visto 35 mila studenti e 12 mila insegnanti di 4 Paesi europei e 3 Paesi africani confrontarsi in attività di formazione e scambio sulle tematiche dell’educazione alla cittadinanza globale -, è stato redatto dalle ong partner di progetto il documento di capitalizzazione, fruibile nella sue versioni integrale e sintetica sul sito www.parlezvousglobal.org.

Nel volgere uno sguardo analitico e critico all’esperienza passata, lo scopo delle ong partner (ACRA, APDD-Agenda 21, CISV, COSPE, COOPI, Sudwind Agentur, Stretta di Mano, UNMFREO) è stato individuare le metodologie vincenti e le buone pratiche che ne derivano, per renderle pubbliche e riproducibili. “Attraverso la capitalizzazione delle esperienze, intendiamo permettere agli addetti ai lavori di appropriarsi davvero delle nuove conoscenze emerse, così come alle autorità e agli organismi interessati di poterle prendere in considerazione in maniera strutturata a livello progettuale”, spiega la capo progetto Piera Gioda.

Le ong partner hanno individuato alcune “buone prassi”, tra cui la formazione degli insegnanti, la creazione partecipativa delle Unità Didattiche di Apprendimento, gli scambi reali e virtuali tra insegnanti e/o studenti.

La formazione degli insegnanti, con attività teoriche e operative, è stata strutturata secondo un’offerta diversificata a seconda del contesto di provenienza e dell’esperienza. Guidati dagli educatori delle ong, gli insegnanti hanno collaborato alla creazione partecipata di moduli formativi autonomi per strutturare i programmi (le UDA, Unità Didattiche di Apprendimento), per poter proporre agli studenti una formazione sempre più interdisciplinare, in cui l’educazione alla cittadinanza mondiale occupi necessariamente un ruolo trasversale.

Particolarmente positiva è stata la combinazione tra la partecipazione degli insegnanti ad incontri e conferenze nazionali e internazionali e gli scambi virtuali avvenuti attraverso la piattaforma web 2.0 del progetto. Questa interconnessione ha permesso, ad esempio, ad alcuni studenti italiani di entrare in contatto con alunni africani, conosciuti dai loro insegnanti durante una visita di scambio in Benin. Altri scambi hanno portato a collaborazioni e attività parallele di cui hanno potuto beneficiare gli studenti,come la partecipazione a stage curricolari all’estero.

Gli elementi che hanno generato la riuscita dell’esperienza di “Parlez-vous global?” hanno portato le ong partner a definire le caratteristiche fondamentali che l’educazione alla cittadinanza mondiale dovrebbe avere nella formazione degli studenti. Tematiche trasversali come quella del multiculturalismo dovranno essere integrate negli altri programmi, seguendo un approccio pedagogico non più settoriale, ma sinergico e integrato tra le discipline.

Lo studio, con metodi innovativi, di un tema attuale come quello delle migrazioni mondiali diventa in questo senso un’esperienza di cittadinanza mondiale: si tratta un argomento centrale della società, intorno a cui ruotano importanti temi come la povertà, l’emarginazione, gli squilibri nell’accesso alle risorse, i cambiamenti climatici e la convivenza in seno a società multiculturali.

Fare educazione alla cittadinanza mondiale significa generare una modalità di apprendimento attivo, che proceda per temi e problematiche, con un approccio fortemente connesso all’attualità. Questo aumenterà la motivazione degli studenti e li porterà a sviluppare competenze disciplinari trasversali, ad esempio sociali o di problem solving. In questo modo lo studente, cognitivamente ed affettivamente coinvolto negli argomenti di studio, diventa un soggetto attivo del suo apprendimento e un attore sociale consapevole del suo ruolo.

Fonte: comunicato stampa

 

 

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