Oltre 500 le nigeriane uccise in Italia – indagine

Il “25 novembre” delle vittime della tratta

ISOKE AIKPITANYI PRESENTA L’INDAGINE SULLA REALTA’ SOMMERSA DELLE NIGERIANE VITTIME DELLA TRATTA IN ITALIA

Isoke Aikpitanyi, ha scelto una data simbolica per iniziare la diffusione di un documento unico nel suo genere: tre nigeriane ex vittime della tratta, hanno realizzato una indagine nazionale sulla realtà sommersa delle nigeriane vittime della tratta; hanno avvicinato oltre mille “nuove” vittime, un campione assolutamente straordinario.

La prima diffusione avverrà, a partire dal 25 novembre di quest’anno, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. L’indagine è stata svolta con il supporto del Dipartimento Pari Opportunità.

Quello della tratta è un problema gravissimo, non solo perché ha assunto dimensioni sempre più rilevanti e perché oltre 500 giovani nigeriane sono state uccise in Italia, ma perché con un susseguirsi continuo di arrivi, coinvolge da quasi vent’anni, decine e decine di migliaia di giovani e solo un numero limitato di queste ha trovato una via di uscita.

La prostituzione coatta è solo una delle attività della mafia nigeriana, una tra le più pericolose al mondo, specializzata in traffico di donne, di minori, di organi, di mano d’opera maschile, di droga, di armi.

Abstract dell’Indagine:

  • Operatori e servizi fanno fatica ad avvicinare le vittime della tratta che vivono sempre più nascoste e segregate. E’ diventato quasi impossibile offrir loro una via di uscita. La presenza delle ragazze in strada, però, è ancora una realtà, ma è polverizzata in zone nuove e diverse da quelle “tradizionali”.E’ cresciuta la pendolarità delle ragazze ed è cresciuto il fenomeno della “pendolarità” di confine.
  • Sommersa, perché sconosciuta alla opinione pubblica è la realtà drammatica dei CIE dove le giovani clandestine sono condotte quando sono fermate e risultano essere clandestine, in attesa di un rimpatrio forzato: tornate a casa avranno due sole alternative, riprendere il viaggio verso altre destinazioni o essere emarginate se non uccise.

Una rete di vittime della tratta

L’indagine è stata realizzata con l’apporto di tutte le ragazze nigeriane che sono entrate in rete nel corso degli ultimi anni, fino alla costituzione della Associazione vittime ed ex vittime della tratta.

La rete “maschile”: clienti/ex clienti delle vittime della tratta e reti di autocoscienza maschile

La lettura della realtà sommersa delle vittime della tratta, non sarebbe stata completa senza dar voce anche ai “clienti”; nell’indagine c’è anche la testimonianza autobiografica di alcuni di loro.

Comunità, associazioni, chiese nigeriane

In tutte le città italiane esistono, comunità, associazioni e chiese nigeriane: a Torino, Genova, Brescia, Verona, Napoli ecc. sono molto forti. L’indagine ha avvicinato alcuni rappresentati di queste realtà, ascoltando le loro considerazioni e le loro osservazioni. Purtroppo queste realtà sono molto spesso colluse con i trafficanti o sono omertose.

Le domande e le risposte, regione per regione

Per raccogliere 500 questionari interamente compilati, sono state avvicinate più di mille ragazze raggiungendole in ogni regione, rispettando una proporzione in base a dati riferiti sul numero delle vittime presenti sui territori. Questi i numeri delle ragazze avvicinate in ogni regione:

  • PIEMONTE 40
  • LOMBARDIA 70
  • EMILIA – ROMAGNA 25
  • VENETO 30
  • FRILI-VENEZIA GIULIA 25
  • LIGURIA 30
  • MARCHE 20
  • LAZIO 80
  • UMBRIA 20
  • TOSCANA 30
  • ABRUZZO 10
  • CAMPANIA 25
  • PUGLIA 20
  • BASILICATA 5
  • CALABRIA 10
  • SICILIA 25
  • SARDEGNA 10
  • VALLE D’AOSTA 10
  • TRENTINO-ALTO ADIGE 10
  • MOLISE 5

Alcune domande personali: la vera realtà sommersa

La parte più “cruda” dell’indagine è riferita alle “domande personali” rivolte alle ragazze dopo aver compilato il questionario o in alternativa alla compilazione stessa.

  • Quante sono le maman?: Oggi sono almeno 10 mila!
  • Il problema degli aborti clandestini coinvolge almeno il 50% delle vittime
  • I figli sono sequestrati dalle maman per ricattare e condizionare le madri a non ribellarsi.
  • Le ragazze parlano mal volentieri del problema delle mutilazioni genitali che, pure, sussiste.
  • La prostituzione è il problema dei problemi: nessuna ha davvero scelto di prostituirsi; al più ha accettato, si è sottomessa, si è adattata; la sfrontatezza con cui dichiarano spesso di aver scelto liberamente nasconde solo la consapevolezza di non poter fare altro.

Una prima analisi dei risultati dell’indagine

  • Nuove ragazze continuano ad arrivare e sono sempre più giovani, spesso minorenni, “bambine”.
  • Il meccanismo di arrivo è sempre uguale, il debito è sempre presente, spesso raggiunge cifre elevatissime, fino a 80 mila euro.
  • Un certo numero di vittime della tratta, su indicazioni delle maman, cerca e trova una legalizzazione attraverso denunce finte, richiesta d’asilo e il racconto di drammi e violenze subite.
  • Molte ragazze conoscono i vari servizi ai quali potrebbero rivolgersi per ottenere assistenza, sostegno, percorsi e documenti; ci sono anche maman che suggeriscono alle loro vittime di affrontare un percorso con una comunità per arrivare ai documenti.
  • Sta crescendo la pratica spontanea dell’auto-mutuo aiuto: tra le ex vittime la percezione di poter esser utili ad altre ragazze ancora vittime cresce con il crescere della percezione che molto sia da fare, in particolare verso le “piccole”, minorenni e giovanissime.
  • Il numero delle ex vittime che non vogliono più stare zitte dimostra che Isoke non è più una voce isolata e che “altre collaborano con lei o con altre organizzazioni.

Alcune proposte

  • Maggior coinvolgimento di ex vittime come operatrici-pari o mediatrici nei servizi antitratta.
  • Campagna di informazione e confronto sulla “realtà sommersa” nelle diverse regioni italiane.
  • Tavoli di lavoro su tematiche quali “comunità, associazioni e chiese”.
  • Campagna tv nazionale da vittima a vittima.
  • Campagna nazionale sulla responsabilizzazione dei clienti.
  • Adozione di misure di intervento ispirate dalle recenti indicazioni del Parlamento Europeo.
  • Valorizzazione delle modalità di auto-mutuo aiuto tra nigeriane ex vittime e vittime della tratta.
  • Mediazione in carcere per “salvare” le maman (progetto di mediazione carceraria e di formazione delle detenute e dei detenuti, per reati connessi alla tratta e allo sfruttamento).
  • Missione delle ex vittime in Nigeria per sensibilizzare, informare, prevenire.
  • Adozione della modalità di sostegno delle vittime con il coinvolgimento di sponsor e tutor.
  • Implementazione dell’esperienza dei progetti La Casa di Isoke e Tulipa Néye nei quali l’intervento della operatrice pari a sostegno delle vittime, sia centrale.
  • Percorsi di ricostruzione del rapporto con le famiglie di origine delle vittime della tratta.
  • Campagna di informazione sul fenomeno della mafia nigeriana.
  • Moratoria per le ragazze nigeriane cioè una serie di provvedimenti nuovi che offrano alle ragazze una soluzione alle complicazioni giuridiche nelle quali si sono messe per uscire dalla clandestinità (denunce false o incomplete, domande di asilo, ecc. ecc.).

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