Mediterraneo. Dassù, è grande sfida dell’Ue

“Se perdiamo la grande sfida del Mediterraneo i populismi vinceranno in Europa. Il suo futuro dipende ormai in varia misura dalla nostra capacità di risolvere la questione del Mediterraneo”. E’ questo il messaggio inviato dalla Vice Ministro degli Esteri Marta Dassù, che oggi ha partecipato alla conferenza ‘Mediterraneo e migrazioni: una nuova politica europea di pace, democrazia e sviluppo, svoltasi presso la Sala della Regina della Camera dei Deputati e che ha visto la presenza di numerosi parlamentari dell’area socialdemocratica europea e mediterranea.

Dassù, a Primavera araba applicata visione troppo ottimista e semplicistica

“Il nesso tra Mediterraneo e Europa non è chiaro né alle forze politiche né ai cittadini europei, ma se non si gestisce in modo razionale la questione, il progetto europeo sarà travolto dai partiti anti-europei” che hanno nella questione migranti un argomento “molto utile” per le loro politiche, ha spiegato Marta Dassù secondo la quale, inoltre, “non riusciremo ad avere una politica mediterranea che funzioni se non ci libereremo di una serie di cliché che abbiamo applicato alla primavera araba”. Ad essa, infatti, è stata applicata una “visione troppo ottimista e semplicista”, ha aggiunto, ricordando come, più che di Primavera Araba quello avvenuto nella sponda Sud del Mediterraneo e stato un “risveglio, che conteneva una serie di problemi e contraddizioni”. Un processo di lungo periodo, quindi, “che sarà molto difficile da governare” e verso il quale l’Europa deve approcciarsi con “umiltà”, senza pretendere di “imporre le sue ricette”, ha ancora osservato la Vice Ministro degli Esteri.

Vice Ministro, su “Mare Nostrum” abbiamo avuto poca solidarietà da Europa

Soffermandosi sul tema dell’immigrazione Marta Dassù ha poi evidenziato come l’Italia “sia abbastanza delusa” dalla risposta dell’Ue all’emergenza sbarchi di questi mesi. “Non sono stati fatti grandi passi avanti, abbiamo cercato solidarietà su ‘Mare Nostrum’ ma in effetti ne abbiamo avuta poca” ad eccezione della Slovenia, ha aggiunto la Vice Ministro ricordando come il “sistema Dublino II non riconosca in modo adeguato gli oneri dei Paesi di primo impatto”. Oggi, è stato il monito di Marta Dassù, non basta rispondere ai cittadini attraverso una condivisione della solidarietà. Occorre una politica europea che mitighi il peso dell’onere dei Paesi di prima accoglienza. Un peso sostenuto, in quanto, per esempio, nei primi 10 mesi 2013 in Italia sono stati registrati 40mila nuovi sbarchi, con la sola Lampedusa punto d’arrivo per oltre 14mila migranti. Numeri che rischiano di alimentare rigurgiti nazionalisti, come ha sottolineato la Ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge, intervenendo al convegno. “Mentre la società europea si apre al mondo, guadagnano terreno movimenti politici xenofobi e campanilisti che soffiano sul fuoco della paura e dell’odio. Tali movimenti anti-immigrati e antieuropeisti dicono di voler difendere l’identità nazionale e gli interessi degli autoctoni e invece fanno tutto il contrario”, ha spiegato Cecile Kyenge.

Fonte: esteri.it

 

 

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