Kibaki esorta per maggiore cooperazione economica in Africa orientale

120 milioni di persone vivono su una superficie di 1,8 milioni di chilometri quadrati, con un Pil che ammonta a circa 41 miliardi di dollari. Questi i numeri dell’Africa orientale, la regione di Kibaki, presidente del Kenya.

Durante una conferenza, Kibaki ha recentemente sottolineato l’importanza di una maggiore cooperazione economica e di un’integrazione politica più forte, aggiungendo che l’attuale cooperazione economica è la base da cui partire per l’unità politica dell’Africa orientale.

“La comunità dell’Africa orientale non è solo un’idea ma una realtà”. Queste le parole, riprese dal Financial Times magazine, del presidente del Kenya, Mwai Kibaki, all’inizio del suo mandato come portavoce della EAC (Comunità dell’Africa orientale) nel dicembre del 2006.

Il trattato che ha dato il via alla Comunità è stato firmato il 30 novembre del 1999 dai capi di stato del Kenya, dell’Uganda e della Tanzania. L’obiettivo era di creare un mercato unico entro il 2010, un’unione doganale che è già una realtà, un’unone monetaria dal 2012 e, infine, una federazione politica. Si trattava di uno sforzo per ridare vita alla Comunità di stati africani che era fallita nel 1977 a causa di sospetti, interessi contrapposti e disincanto degli stati membri.kibaki

Durante l’ottavo summit, nel quale Kibaki entrò al posto di Jakaya Kikwete della Tanzania, furono ammessi all’EAC gli stati del Rwanda e del  Burundi.

Kibaki, che ha studiato e insegnato economia alla prestigiosa università Makerere in Uganda, dice che il suo desiderio di vedere un’unione forte degli stati dell’Africa orientale deriva dalle esperienze fatte negli anni che frequentava Makerere. Lì incontrava diverse persone originarie di diversi stati della regione e si accorgeva che la gente dell’Africa orientale aveva interessi e obiettivi comuni.

Kibaki sottolinea l’importanza dell’integrazione regionale che ha la funzione di accellerare la crescita economica e rafforzare i legami sociali e politici oltre a migliorare la qualità della vita della popolazione. Dal punto di vista culturale Kibaki vede quest’integrazione regionale come un modo per rafforzare l’unità delle diverse comunità dell’Africa orientale. Questo, dice, promuove la coesistenza pacifica e facilita il passaggio delle frontiere per gli abitanti che possono commerciare liberamente e socializzare con gli abitanti degli altri stati membri.

Enfatizzando l’importanza dell’integrazione regionale, Kibaki promuove una forte unione doganale e un mercato unico. Per esempio l’unione delle dogane funziona da tre anni mentre per il mercato unico bisogna aspettare la terza strategia di sviluppo della EAC (2006-2010). Inoltre esistono sforzi congiunti degli stati membri per migliorare le strade, le ferrovie e i trasporti aerei come strumento per rafforzare l’integrazione regionale.

Affinché questo progetto funzioni, Kibaki sostiene una forte partecipazione del settore privato, della società civile e, in genere, della gente dell’Africa orientale. Come credente convinto dell’integrazione regionale, Kibaki è ottimista che la cooperazione porterà allo sviluppo rapido e sostenibile della regione.

Proprio come l’EAC, in Africa esistono altre organizzazioni di cooperazione regionale: la Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (ECOWAS), la South Africa Development Commission (SADC) e altre. Questi organismi regionali sono utili agli investimenti transfrontalieri, alla libera circolazione di beni e merci, l’armonizzazione delle tariffe commerciali, ecc. Forniscono un ambiente per le operazioni del settore privato.

di Ken Chelimo

Foto di DEMOSH

 

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