Impegno interculturale e integrazione a Lodi

Dalla scorsa domenica, 16 maggio, un esercito di turisti culturali si è riversato nella provincia di Lodi con il semplice obiettivo di portare la guerra dell’integrazione su un fronte culturale. Gli eventi, che dovrebbero durare due mesi, sono stati organizzati da tre bilioteche, otto associazioni e una parrocchia di Lodi.

Secondo le informazioni fornite dagli organizzatori, il programma comprenderà diverse attività culturali come una mostra di libri in lingua originale. Ci saranno incontri dove sarà richiesta una partecipazione attiva come la Babele dei bambini, della Poesia, della Musica, dei Films e tante altre iniziative tutte con l’obiettivo di coinvolgere e motivare gli italiani e i migranti di diverse origini culturali.

In un’intervista via web, ho chiesto alla direttrice del programma, Laura Pietrantoni, qual’è l’importanza di questi due mesi di attività e mi ha risposto:

“Il nostro obiettivo in questo progetto è di favorire l’integrazione degli stranieri attraverso la cultura e i posti che la ospitano che dovrebbero diventare posti di cultura per tutti.  La biblioteca è un punto d’incontro culturale; questa è l’idea della ‘Biblioteca di Babele.’  Le attività incluse nel programma sono state pensate per aiutare gli stranieri a mantenere vive le loro culture e le loro lingue d’origine. Un altro obiettivo è quello di aiutarli a integrarsi, sia giovani che anziani, nelle nostre realtà.  Le iniziative della  Biblioteca di Babele vogliono aiutare gli stranieri a esprimersi culturalmente, attraverso la letteratura, la musica e il cinema. In questo modo, diventeranno dei veri protagonisti. Il progetto vuole far emergere un’immigrazione politica, creare uno spazio per migranti in modo che possano essere cittadini attivi e informati”.

Con un progetto come questo, cosa vi aspettate dai migranti che vivono a Lodi e in altre parti d’Italia?

“Ci piacerebbe che i migranti diventassero i protagonisti di se stessi, che promuovessero le loro culture e indicassero che cosa si aspettano dalla cultura italiana. Spesso gli immigrati sono visti come persone che hanno bisogno di lavoro, di case e di assistenza sociale. Noi crediamo che oltre a questi bisogni ci sia la necessità di una profonda integrazione culturale che possa dare agli immigrati l’orgoglio di chi sono veramente. Ogni migrante, finanche quelli che scappano dai propri paesi perché costretti da problemi sociali ed economici, tendono a raccontare storie bellissime sulle proprie culture. Perciò vogliamo che gli immigrati partecipino di più all’interazione culturale, che indichino il tipo di libri che vogliono condividere con altri di altre culture, il tipo di musiche e il tipo di films che voglio ascoltare e vedere sulle proprie culture e i problemi di cui vogliono parlare. Spesso, se non addirittura sempre, le attività interculturali sono lasciate solo agli italiani. Questa è la barriera che cerchiamo di superare con queste attività”.

E’ possibile migliorare i rapporti tra immigrati e italiani con queste attività?

“Penso di sì. Quesit sono dei primi passi ma importanti. Il problema è che molti immigrati, anche se hanno il permesso di soggiorno e vivono in Italia da molti anni, sono pur sempre come degli invisibili. Anche le autorità locali non saprebbero della loro esistenza se non fosse per fatti di cronaca raccontati nei giornali. Gli immigrati tendono a restare chiusi tra loro e cercano i propri spazi.  Crediamo che il vero diritto di un cittadino comprenda quello di scambi interculturali e occasioni di confronto tra le genti. Solo in questo modo gli immigrati si sentiranno parte della società che li ospita, non semplicemente degli ospiti”.

In un mondo che cambia così velocemente come è diventato il nostro, dove le esigenze umane di sopravvivenza stanno minando alla base tanto le politiche locali quanto quelle internazionali, dove i confini tradizionali e le credenze della gente sono custodite gelosamente, c’è poco da fare per chiunque se non fondere diverse culture e dare un nuovo senso al nostro mondo. In quasi tute le città del mondo, la questione inter-religiosa e dell’integrazione culturale non è più una mera speranza ma una realtà che deve essere affrontata in ogni sua sfaccettatura.

In Italia per esempio, dire che non esiste una tensione culturale tra gli italiani e i milioni di migranti che vivono in questo territorio sarebbe scorretto. Piuttostro immaginate quanto possano essere efficaci questi impegni interculturali se le persone più illuminate, tanto tra i migranti quanti tra gli italiani, identificassero una comune battaglia, un bene comune da difendere e da conquistare.

In fin dei conti, in questo periodo storico il desiderio umano di libertà difficilmente può essere fermato da muri culturali o nazionali.

Ewanfoh Obehi Peter

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