Gli immigrati non pesano sulla sanità nazionale

Roma – Ancora una volta lo “Sportello dei Diritti” interviene a sottolineare gli elementi positivi del fenomeno immigratorio in Italia, che senza alcun dubbio – scrivono – “surclassano ogni aspetto di negatività determinato forse più da paure e xenofobia ed acuito da normative inadeguate ad affrontare i problemi, piuttosto che a risolverli”.

Secondo un recente studio gli stranieri residenti in Italia non sono un peso per il nostro Welfare ma, “semmai, stanno contribuendo a rallentare con la loro laboriosità e la loro scarsa vena a sfruttare il nostro sistema di protezione sociale, i gravi effetti della crisi”.

Anche in questo caso sono dati ufficiali quelli pubblicati dall’Istituto Superiore della Sanità a seguito della presentazione dello studio dall’eloquente titolo “Farmaci e immigrati: Rapporto sulla prescrizione farmaceutica in un paese multietnico”.

Il Rapporto, é stato illustrato nel corso del convegno “Prescrizione farmaceutica nella popolazione immigrata” in programma all’Iss ed é frutto della collaborazione fra lo stesso ente, la Società italiana di farmacia ospedaliera, la Società italiana di medicina delle migrazioni, la Cineca, il Consorzio Mario Negri Sud.

Il dato più eloquente é che nello stesso anno la spesa farmaceutica media a carico del Ssn è stata di 72 euro per un cittadino immigrato e di 97 euro per uno italiano.

Dallo studio é emerso anche che nonostante i tagli lineari, il nostro Servizio sanitario nazionale risulta essere ancora in grado di prendersi cura della popolazione immigrata residente in Italia – che nel 2011 erano oltre quattro milioni e mezzo, pari al 7,5% della popolazione – rendendo accessibili a tutti terapie e servizi.

Inoltre, “non risultano sussistere particolari differenze tra l’uso di farmaci da parte degli immigrati e da parte degli italiani, essendo nei primi solo di poco inferiore che nei secondi”.

L’indagine ha riguardato 710.879 persone, ossia il 16% della popolazione immigrata residente in Italia. L’età media è di 33 anni, le donne rappresentano il 53% del totale. Le statistiche hanno riguardato solo i dati relativi alla prescrizione farmaceutica territoriale del Ssn (prevalentemente effettuata da parte di medici di medicina generale e pediatri di libera scelta).

Il confronto è stato fatto con un campione della popolazione italiana pari per età e sesso. Sono stati comparati, fra l’altro, dati fra le popolazioni di immigrati di diverse nazionalità. Nel dettaglio, é possibile verificare che il 52% della popolazione immigrata e il 59% di quella italiana hanno ricevuto almeno una prescrizione di farmaci nel corso del 2011.

Per ciò che concerne le differenze di genere, anche tra i migranti, le donne consumano più farmaci rispetto agli uomini: hanno ricevuto almeno una prescrizione il 58% delle donne immigrate e il 65% delle italiane. Fra coloro che hanno ricevuto prescrizioni, la durata di trattamento è sovrapponibile: 232 e 237 dosi di farmaco per persona.

Per ciò che concerne le fasce d’età ed in particolare i bambini, sono stati presi in considerazione esaminata 134.000 bambini figli di immigrati, dei quali il 76% nato in Italia. Di questi ultimi, oltre la metà, per l’esattezza il 54%, ha ricevuto almeno una prescrizione di farmaci nell’anno, a fronte del 60% dei bambini italiani.

In media ciascun bambino immigrato ha ricevuto 2,4 confezioni rispetto a 2,6 degli italiani.
Fonte: www.migrantesonline.it, migrantitorino.it

 

 

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