Crisi debito europea: conseguenze per l’Africa

I report di una possibile serie incontrollata di defaults nella zona Euro, prima in Grecia, poi in Spagna e infine in Italia (e forse in Portogallo), ha fatto tremare i mercati finanziari. Gli scambi tra l’Europa, il Nord America e l’Asia sono stati dominati da un’estrema volatilità a causa dell’outlook sulle misure messe in campo per il debito pubblico dei paesi europei. Nel frattempo la Grecia sarà chiamata alla elezioni questa domenica [17 giugno 2012] per scegliere tra un partito di estrema sinistra che afferma di cancellare l’accordo multilaterale sul debito e un partito di centro-destra che sostiene di rispettare quell’accordo nonostante l’impopolarità di cui gode in Grecia.

C’è una concreta possibilità che la Grecia esca dalla zona Euro visto che non c’è molto margine di trattativa per rinegoziare le impopolari misure di austerità imposte insieme al pacchetto di salvataggio per la Grecia. Se ciò accadrà, la Grecia dichiarerà ben presto il default sul suo debito sovrano, a cui seguirà presto quello delle imprese greche che hanno ricevuto prestiti nella zona euro perché dovrebbero pagare il doppio di quanto hanno ricevuto in prestito a causa della svalutazione monetaria. Anche l’inflazione salirà oltre il 30% in un paese dipendente dalle importazioni.

Un default in Grecia farà temere che anche la Spagna e l’Italia andranno in bancarotta. Proprio come successe dopo il collasso della Thai Baht nel 1997, che ha innescato la crisi finanziaria in Asia con un effetto domino prima in tutto il continente e poi nei mercati finanziari globali.  Un collasso in Grecia metterà in allerta le banche, i creditori e le istituzioni finanziarie che hanno in mano titoli del debito europeo paventando altri default da parte degli altri paesi della zona euro come la Spagna, il Portogallo e l’Italia. Se i leader dell’Eurozona non saranno in grado di fornire linee di credito a quei paesi, il costo del credito in quei paesi schizzerà alle stelle rendendo virtualmente impossibile la crescita e il recupero fiscale. Le banche spagnole hanno già chiesto 125 miliardi ai paesi europei ma ci sarà bisogno di fare molto di più se la Grecia dovesse dichiarare default visto che quel governo avrà bisogno di ulteriori linee di credito. Come in una profezia che si auto-avvera, sia la Spagna che l’Italia e probabilmente anche il Portogallo dichiareranno la bancarotta sui loro debiti sovrani. Nel caso dell’Italia, il debito sovrano equivale all’immensa somma di 1 trilione di dollari Usa. Nel frattempo, dato che molte banche europee detengono i debiti sovrani di quegli stessi governi europei, i correntisti medi in Europa correranno agli sportelli bancari. I capitali liquidi in molte istituzioni finanziarie europee scompariranno velocemente, le banche potrebbero fallire facilmente.

Sebbene è stato detto tanto sulle consueguenze di questo potenziale collasso europeo per il Nord America o l’Asia, non molto è stato scritto circa le conseguenze per l’Africa. Il paese africano più esposto ai guai finanziari europei è il Sudafrica. Durante la crisi finanziaria globale del 2008, il Sudafrica aveva fatto registrare una crescita negativa. I problemi in Europa si tradurranno senza dubbio in problemi immediati per il Sudafrica. Altri paesi, che sono direttamente collegati al Sudafrica attraverso il commercio e gli investimenti, subiranno le conseguenze della crisi. Il resto dell’Africa ha un’esposizione limitata al sistema finanziario globale e perciò le conseguenze della crisi in Europa non saranno tanto gravi. Tuttavia i prezzi delle materie prime croleranno a causa del calo della domanda globale per quei beni. Inevitabilmente ciò avrò un impatto negativo su molte economie africane che dipendono fortemente dalle esportazioni di materie prime.

I governi africani che hanno chiesto dei prestiti troveranno difficoltà nell’accesso al credito e un’ondata di misure di austerità colpirà finanche alcuni dei più basilari servizi sociali disponibili in Africa. I controversi sussidi al petrolio in Nigeria saranno cancellati, in altri paesi potrebbero soffrire altri servizi come l’assistenza sanitaria e l’educazione. Il livello dei tagli in Africa dipenderà da quanto tempo ci metteranno i decisori europei a combattere la crisi del debito. I colloqui sulla creazione di un titolo di stato paneuropeo che possa affrontare il problema del debito sono aumentati. C’è anche la possibilità che l’FMI entri in azione offrendo un credito d’emergenza a tutto il gruppo se i leader trovano un accordo.

La rapida crescita goduta da molti paesi africani rallenterà e alcuni paesi dell’Africa meridionale, in particolare il Sudafrica, potrebbero assistere a cali economici come successe nel 2008.  Sebbene le conseguenze della crisi europea saranno maggiori per l’Africa rispetto a quanto successo nel 2008 a causa della CFG (crisi finanziaria globale), fatta eccezione per il Sudafrica, gli effetti non saranno più gravi di altre regioni che sono più esposte ai rischi di default nei mercati finanziari europei. Nonostante tutto, i leader africani non si possono permettere di ignorare gli sviluppi in Grecia questo fine settimana. Se la Grecia dichiarerà la bancarotta, i governi in Africa avranno bisogno di iniziare a ridurre la spesa immediatamente e a cercare altre vie per diversificare i loro partner commerciali nella regione e con altre nazioni nel mondo in via di sviluppo.

Kuranga and Associates Global Consultancy è una società di gestione del rischio politico ed economico che opera principalmente in Africa. Per saperne di più su Kuranga and Associates visita: www.kaglobal.net.

 

Fonte: kurangaandassociates.wordpress.com

 

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