Cinema africano Verona: giornata di mercoledì 21

Il mercoledì della XXXII Festival di Cinema Africano inizia con l’incontro AFRICAMIX: CINEMA E CONTAMINAZIONI in programma alle ore 18, presso l’Associazione Culturale Interzona (via Scuderlando 4, Verona). L’appuntamento, pensato per accompagnare fuori dalle sale il cinema del Continente nero, vedrà la partecipazione dei critici oramai divenuti amici storici del Festival di Verona Tahar Chikaoui (Tunisia) e Vanessa Lanari (Italia) e del regista Giovanni Princigalli (Italia/Canada). A moderare il dibattito sarà Fabrizio Colombo, co-direttore artistico del Festival. Il Festival poi prosegue nelle sale, con la programmazione di dieci film in concorso, tra cui cinque prime visioni nazionali.

I FILM

La serata inizia al cinema Santa Teresa, alle 18.30, dove saranno ripetuti Eembwiti (di Perivi John Katjavivi), cortometraggio che propone il tema della globalizzazione che annulla progressivamente le diversità, e The last fishing boat (di Charles Shemu Joyah), lungometraggio che presenta lo scontro tra civiltà occidentale e tradizionale attraverso la storia di una donna costretta a scegliere tra il marito e il turista innamorato di lei.

Dalle 21 verrà replicato Shema (di Kayambi Musafiri), il cortometraggio ruandese che narra la storia di un ragazzo che deve affrontare il proprio passato segnato dal genocidio, cui seguirà la proiezione del documentario, in prima visione nazionale, Empire of dust (di Bram Van Paesschen, R.D. Congo / Belgio). Si potrà assistere alla storia di Lao Yang ed Eddy, che lavorano per una compagnia d’ingegneria cinese che costruisce ferrovie. Lao Yang è il capo della logistica del gruppo ed è responsabile per il reperimento delle attrezzature, dei materiali da costruzione e del cibo. Quando le forniture, che dovrebbero essere state spedite dal governo, non arrivano, Lao Yang, con Eddy come intermediario, deve trattare con gli imprenditori locali: si produrranno una serie di fraintendimenti linguistico-culturali…

Al Teatro Camploy, alle 18.30 sarà la volta del corto Demain, Alger? (di Amin Sidi-Boumédiène) che racconta la storia di quattro ragazzi algerini che nel 1992 si trovano davanti a una difficile scelta: emigrare in Europa o scendere in piazza e partecipare alle proteste popolari.

Segue la prima visione italiana di un’altra produzione algerina, Combien tu m’aimes? – Kedach ethabni (di Fatma Zohra Zamoum). Un lungometraggio in cui si narra di Adel, un bambino di 8 anni, che vive con i nonni a causa delle controversie dei genitori. La nonna tenterà di familiarizzare con il nipote mentre il nonno lo condurrà nel grande mondo degli animali. Col passare del tempo, il piccolo e la nonna s’aggrapperanno incessantemente alla domanda “quanto grande è il tuo amore?” che li aiuterà attraverso questo periodo difficile, avvicinandoli sempre più.

Alle 21 sarà la volta della Sezione Viaggiatori e Migranti, che vedrà la proiezione del pluripremiato Altra Europa (di Rossella Schillaci, Italia), in cui tre rifugiati somali a Tornino ci offrono uno sguardo sul vecchio continente, in una storia collettiva tra sogni e delusioni, con il desiderio di fuggire dagli stati incapaci di accoglierli, alla costante ricerca di un’altra Europa.

ALTRA EUROPA/trailer from AZUL on Vimeo.

Segue la prima visione nazionale di M’zotheka (Roberto Palmerini, Italia). M’zotheka in chichewa significa “si può fare, yes we can”: è il credo di Mike, un ragazzo malawiano di 19 anni che, esasperato nel veder morire la sua gente senza possibilità di cure, decide di fare il medico ad ogni costo. Un ostacolo sta per interrompere il suo sogno, ma accadrà qualcosa che gli cambierà la vita.

Al Cinema Stimate, alle 21 vanno in scena due prime visioni nazionali: il cortometraggio ugandese Jamaa (Michael Landon Jr), tratto dalla storia vera di due orfani di aids ugandesi, che compiono uno straordinario viaggio portando con loro una misteriosa scatola su rotelle… cui seguirà il lungometraggio nigeriano One man show (Newton Aduaka), ritratto romanzato di un attore che, all’età di 50 anni, apprende di avere il cancro. In pieno tormento esistenziale, dovrà ricomporre il suo ego infranto, rendere conto al figlio dodicenne e confrontarsi con il fallimento delle tre relazioni amorose che hanno scandito i momenti più importanti della sua vita.

Fonte: comunicato stampa

 

 

 

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