Capo di buona speranza, l’Africa che non ti aspetti

Talenti, primati e successi «afro»

Esce il libro del giornalista camerunese Eyoum Nganguè

Capo di Buona Speranza (EMI)

 

Bologna, 11 maggio 2015

Il motore che funziona… a pipì, brevettato da quattro adolescenti nigeriane; la città di Ifrane (Marocco), secondo centro urbano più pulito al mondo; Vuya, il tablet made in Sudafrica che si ricarica con la luce del sole; il pepe bianco di Penja, la spezia camerunese più pregiata del mercato alimentare del globo; il primo corso per donne imam lanciato in Mauritania, antidoto all’estremismo religioso; Natnael Berhane, ciclista eritreo in fuga dalla dittatura e nuova stella del ciclismo «nero»…

 

 

L’Africa non è solo lo stereotipo che purtroppo spesso ci viene trasmesso, terra di guerre, conflitti, malattie e terrorismo. Il Continente afro è anche fatto di tantissime vicende, storie, persone, idee e realizzazioni positive, spesso sconosciute ma veramente uniche.

Nel suo nuovo libro Capo di Buona Speranza. L’Africa che non ti aspetti (Editrice Missionaria Italiana) il cronista camerunese Eyoum Nganguè ci fa conoscere un’altra Africa attraverso una carrellata di queste storie, molte delle quali hanno le donne come protagoniste: scrittrici e fumettiste, modelle e attrici, esploratrici e cuoche di notorietà internazionale, imprenditrici e religiose, che raccontano un continente intriso di speranza e capace di futuro.

Con la sua vivace penna di cronista, Eyoum Nganguè ci presenta un continente fatto di uomini e donne che costruiscono una società migliore grazie alla propria fantasia, talento e inventiva. L’Africa vanta mille e più «storie di successo e di modernità», come scrive Ferruccio de Bortoli nella sua prefazione.

Grazie a Nganguè vediamo l’Africa da una prospettiva diversa e ci nutriamo di un «afrottimismo» che ribalta tanti (e ormai frusti) luoghi comuni. E che rende giustizia ad una terra e a dei popoli spesso visti solo in chiave negativa, appunto «nera». Invece, chi lo sa che se l’uomo è arrivato su Marte lo deve ad un africano, precisamente all’astrofisico maliano Cheikh Modibo Diarra, che ha guidato il progetto Pathfinder, l’astronave atterrata su quel pianeta nel 1997? Oppure che le migliori baguette del mondo vengono confezionate da panettieri afro, precisamente dal senegalese Djibril Bodian (ultimo vincitore dell’agognato riconoscimento) e dal tunisino Ridha Khader? O quanti sanno qualcosa del genio imprenditoriale di Bethlemme Alemu, giovane etiope che ha lanciato un modello di sandalo ricavato dai copertoni dei pneumatici, chiamati barabassos, attualmente esportati in 60 Paesi, con negozi in Austria, Australia, Stati Uniti, Spagna, Singapore, Giappone, Svizzera?

Per raccontare la sua Africa bella e inedita Eyoum Nganguè sarà in Italia dal 21 al 25 maggio per una serie di conferenze insieme alla curatrice del volume, la giornalista di Mondo e missione Anna Pozzi. Il primo incontro si terrà il 21 maggio a Lecco e, a seguire, il 22 a Pavia, il 23 a Verona, il 24 a Milano e a Bergamo, il 25 a Modena. Tutti i dettagli sul sito www.emi.it.

L’AUTORE

Eyoum Nganguè, giornalista e antropologo, è nato in Camerun nel 1967. Lavora al settimanale francese Pèlerin. Risiede a Parigi, dove ha fondato l’associazione «Giornalisti africani in esilio»: negli anni Novanta dovette rifugiarsi in Francia a causa di alcuni articoli pubblicati sul quotidiano del suo Paese Le Messager, per i quali venne anche imprigionato. Da diversi anni collabora con il mensile del Pime Mondo e Missione.

Fonte: comunicato stampa

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