Au revoir Sarkozy

Le elezioni francesi e la situazione in Europa vista da un intelletuale africano.

“Au revoir Sarkozy”, così titolava oggi il principale giornale di Berlino.

La maledizione di Gheddafi sta per colpire. Nicolas Sarkozy sta per perdere clamorosamenre le elezioni presidenziali francesi. Ieri 22/4, per la prima volta nella storia della Quinta Repubblica, un presidente uscente non è arrivato in testa e la terza arrivata, Marine LePen, punta tutto sullo sconquassamento dell’UMP dopo la sconfitta di Sarko. Ecco che il caos creato in Libia e in Costa d’Avorio non ha aiutato la Francia a risolvere i suoi difficili problemi finanziari come speravano gli esperti consiglieri del governo francese.

A tutti gli africani francesi che ieri hanno votato Sarkozy permettendogli di arrivare al 27%, voi mi fate arrabbiare perché all’assassino della guida libica avete dato la speranza di perpetuarsi. All’autore del caos ivoriano avete dato l’illusione di avere ancora 5 anni per silurare l’Africa. Però in fin dei conti vi capisco: avete voluto confermare in capo alla Francia il più mediocre dei suoi presidenti in modo da facilitarne la caduta e liberare l’Africa dai suoi artigli. E’ ciò che molti di voi mi hanno scritto prima del voto.

Ciò che dimenticate facendo questa scelta è che lui è il migliore nel produrre il più alto numero di poveri francesi, che finiranno tutti per chiedere il visto per entrare in Africa. E anche se è vero che l’Africa dovrà prendere una parte dei poveri europei, che sono una vera e propria bomba a scoppio ritardato, bisogna tuttavia evitare che un così alto numero di persone metta in pericolo la crescita che si sta verificando nel nostro continente. Perché questa crescita così forte dev’essere innanzitutto al servizio del nostro popolo, in modo che possiamo far uscire dalla povertà la maggior parte dei nostri cittadini, prima ancora di accogliere i poveri degli altri.

Per il resto, lasciamo ai francesi la gioia dell’illusione democratica, di credere che un’elezione possa cancellare 1700 miliardi di Euro di debiti e che a partire dal 7 maggio, quando François Hollande avrà vinto, le fabbriche si sposteranno per stabilirsi in Francia. Gli spagnoli ci hanno messo 1 mese dopo il voto per capire che quella consultazione non avrebbe cambiato niente della loro sorte e che, in realtà, le elezioni erano servite solamente a decidere il tipo di cottura con cui sarebbero stati mangiati: arrosto o fritti. L’Italia ha semplicemente capito che non serviva a niente gettare i soldi delle elezioni dalla finestra e così si è passati direttamente a quella che Berlusconi ha chiamato “un colpo di stato”, con un governo che sa distillare un’ampia serie di soluzioni placebo perché, in fondo, non cambia nulla.

Nei Paesi Bassi, la coalizione di governo ha perso clamorosamente a vantaggio dei populisti che hanno vinto grazie ad una campagna contro gli immigrati mentre il paese scopriva, sabato 21 aprile, che si possono vincere le elezioni grazie alle peggiori menzogne. Presto o tardi, però, arriverà la resa dei conti. Il partito di estrema di Geert Wilders non accetta i tagli al bilancio e mette fine a un anno e mezzo di esperienza di governo. Tutti, però, erano d’accordo nel bombardare la Libia. Con i soldi delle bombe, non avrebbero potuto finanziare questi tagli che oggi sono all’origine della crisi di governo? L’Europa non finisce mai di stupirci.

 

Douala, 23/4/2012

Jean-Paul Pougala

(*) Jean-Paul Pougala insegna “Geostrategia Africana presso l’Institut Supérieur de Management (ISMA) Douala – Camerun

 

 

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