“Positivo” l’oulook economico dell’Africa del sud

“L’outlook per l’Africa meridionale è molto positivo anche se non è sempre chiaro”, lo ha detto Daniel Steinmann, giornalista del Namibia Economist, intervistato da Africanews.it.

“La Southern African Development Community (SADC, Comunità per lo sviluppo dell’Africa meridionale) è composta da 14 stati membri. Il Sudafrica genera all’incirca l’84% del PIL di tutti gli stati messi assieme. Si capisce subito quanto piccole siano le altre economie”, aggiunge.

Altri argomenti affrontati sono gli investimenti cinesi in Africa e l’accordo tra l’Italia e la Libia.

Dopo aver specificato che al giorno d’oggi l’Africa è divisa in quattro regioni, nord, sud, est e ovest, per motivi storici, geografici ed economici, ha detto che “legami e sinergie tra le quattro regioni sono quasi inesistenti, anche tra l’Africa orientale e meridionale. La grandezza del continente insieme alle barriere naturali non facilitano un’effettiva integrazione di queste quattro regioni”.

L’outlook economico dell’Africa sembra disegnare un quadro positivo del Continente. Cosa ne pensa? Quali sono le sue impressioni in quanto africano?

Posso solo dire per l’Africa meridionale. L’outlook per l’Africa meridionale è molto positivo anche se non sempre chiaro.

Sommati i PIL  dei 14 stati membri della SADC, quello del Sudafrica conta per l’84% circa. Il PIL della Namibia conta solo il 4% di quello del Sudafrica anche se il nostro reddito pro capite è paragonabile al loro.

Per scopi di analisi economica, possiamo non considerare Mauritius, Seychelles, la Repubblica democratica del Congo (RDC) e l’Angola.

Le Mauritius sono legate più all’India che all’Africa e le Seychelles sono storicamente e finanziariamente legate all’Africa orientale.

La RDC è un caso a parte perché è troppo grande e sottosviluppato. Eccezion fatta per le miniere nella provincia di Katanga (Lumumbashi), l’output economico è scarso.

L’Angola è un caso a se’. Anche se è un nostro vicino a nord, è solo di recente che scambi commerciali significativi sono iniziati tra Namibia e Angola. L’economia dell’Angola si basa sul petrolio che va direttamente nelle società statunitensi che controllano i pozzi, soprattutto quello di Cabinda. La produzione di diamanti dell’Angola è per lo più informale e tutti i diamanti sono commercializzati attraverso la società Endiama e poi venduti a De Beers.

E’ opportuno notare anche che durante i recenti negoziati (dal dicembre 2007), Angola, RDC, Mauritius e Seychelles non sono stati chiamati. Questo è indicativo delle attuali sinergie.

Il Madagascar sta per entrare nei colloqui per il SACU (Southern African Customs Union), l’unione doganale dell’Africa meridionale, vista l’importanza degli scambi commerciali il Madagascar e il Sudafrica.  

L’economia del Sudafrica cresce stabilmente del 5% annuo da cinque anni. La Namibia cresce del 4% mentre il Botswana ha superato tutti attestandosi tra il 7% e l’8%. Lo Zimbabwe è praticamente distrutto e dovrà iniziare da zero.

Sudafrica, Lesotho, Swaziland, Botswana, Namibia e Mozambico formano un blocco commerciale naturale. Queste economie sono già abbastanza bene collegate e interdipendenti. Le prospettive di crescita per questa regione restano nell’ordine del 5% o più all’anno. Lo Zimbabwe fa parte di questo blocco naturale ma fino a quando non c’è una direzione politica chiara è inutile cercare di fare previsioni economiche.

 

La Cina sta investendo sempre di più in Africa. E’ veramente una vittoria per entrambe le parti come è stato detto?

Sicuramente ci sono importanti investimenti cinesi in Mozambico, Botswana e in Namibia. Si possono vedere i loro cantieri ovunque. Solo a Windhoek ci sono quattro grossi cantieri. Gli importatori cinesi gestiscono i cinque magazzini più grandi della zona industriale di Windhoek. Relativamente grandi volumi di merci sono esportate da commercianti cinesi dalla Namibia verso l’Angola anche se questi beni non sono durabili.

Sono di due cuori sugli investimenti cinesi. Ci sono pochissimi africani che lavorano nei loro cantieri o che lavorano per le loro società. Quasi tutti gli impiegati sono cinesi e, stando a quanto afferma la stampa popolare, prigionieri nord coreani.

 

E’ possibile che il recente accordo tra Libia e Italia apra nuove relazioni tra stati Africani e vecchie potenze coloniali come molti hanno scritto nella stampa internazionale? Come vedi queste nuove relazioni e questo accordo? E’ un bene per l’Africa?

L’accordo tra Italia e Libia non ha alcuna influenza sulle condizioni economiche dell’Africa occidentale, orientale e meridionale.

L’Africa meridionale in particolare è una regione che cresce grazie alle proprie capacità e potenzialità. Non dipende da nessuna di queste regioni africane. E’ più vicina all’Europa, agli USA, all’India, alla Cina e al Brasile di ogni altra regione africana.

Ovviamente c’è una certa influenza delle “vecchie” potenze coloniali in Africa meridionale, in particolare della Gran Bretagna e della Germania ma non ci sono tentativi di influenzarci in qualsiasi modo, a parte la fornitura di partner commerciali e capitali per lo sviluppo.